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06 Marzo 2023 - 08:15
Pestati a sangue cinque spacciatori, i fari delle indagini puntati sugli Strazzullo
NAPOLI. Sospetti e vendette alla Torretta di Chiaia, i vicoli stretti tra la riviera e corso Vittorio Emanuele tornano a insanguinarsi dopo un brevissimo periodo di tregua apparente. L’ultima feroce escalation è scattata all’indomani dell’arresto del capozona Alvino Frizziero, esponente apicale dell’omonimo gruppo di mala attualmente alleato con i Piccirillo e con parte della famiglia Cirella. La rappresaglia si è consumata nel giro di almeno due notti e ha visto finire nel mirino alcuni giovani spacciatori molto conosciuti nella zona. Gli aggressori, almeno stavolta, non hanno fatto ricorso alle armi. Si è trattato infatti di veri e propri pestaggi a mani nude: imboscate-lampo che hanno portato a un bilancio pesante: cinque ferimenti e un sesto ancora in fase di accertamento. Intorno all’accaduto aleggiano ancora molte zone d’ombra e i contri della vicenda sono al momento in gran parte da ricostruire. Stando ai rumors raccolti dal nostro giornale, dietro la spedizione punitiva potrebbe esserci la regia del gruppo Strazzullo, attualmente in rotta di collisione con i Frizziero-Piccirillo-Cirella: le vittime dei pestaggi - dettaglio non trascurabile - graviterebbero infatti tutte intorno all’orbita del secondo cartello criminale. Quanto al movente, le ipotesi al vaglio sono attualmente due. Potrebbe essersi trattato di una vendetta scaturita dal presunto summit, poi interrotto dalla polizia, al quale stavano prendendo parte Alvino Frizziero e i due cugini Rossi, ritenuti dagli inquirenti vicini al clan Sibillo dei Decumani, ma poi scarcerati dal gip al termine della convalida. Se così fosse gli Strazzullo, alias “Settesoldi”, temendo un imminente attacco del gruppo di via Santa Maria la Neve potrebbero aver giocato di anticipo, lanciando un messaggio a prova di equivoco agli odiati rivali. La seconda pista porta invece dritto al mondo dello spaccio di droga, attività sempre molto fiorente alla Torretta di Chiaia. Con l’arresto di Frizziero e il conseguente indebolimento del clan, i “Settesoldi” avrebbero picchiato gli spacciatori al fine di imporre loro le forniture per la basi. Tradotto, la droga non deve essere più acquistata da canali riconducibili ai Frizziero-Piccirillo-Cirella. Quelle fin qui esposte sono però al momento solo semplici ipotesi investigative, ancora in attesa di ulteriori riscontri: nessuno dei giovani picchiati a sangue nelle scorse notti ha infatti fornito chiarimenti sull’accaduto. Dal canto suo il clan Frizziero starebbe ancora provando a riorganizzarsi, anche con l’acquisizione di nuove leve al suo interno. Ecco la pista maggiormente seguita dagli investigatori dopo l’arresto del ras Alvino con i 2 cugini Rossi in via Santa Maria della Neve. Il che darebbe, se l’ipotesi dovesse essere confermata dai prossimi eventi, ancora più spessore all’operazione dei Falchi del commissariato San Ferdinando. I contrasti con gli Strazzullo, cominciati a novembre e poi proseguiti fino alla tregua attuale, avrebbero come obiettivo il controllo degli affari illeciti tra la Torretta e Mergellina. Gli ultimi raid potrebbero però riaccendere la faida.
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