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Bancarella storica, il caso arriva in Consiglio

Bancarella storica, il caso arriva in Consiglio

Dopo la denuncia del “Roma” per la questione dello sgombero interviene la Clemente

NAPOLI. Un intervento in aula, invocando l’articolo 37 del regolamento del consiglio comunale, per mettere a conoscenza del sindaco Gaetano Manfredi la vicenda del possibile sgombero della bancarella storica di piazza Dante. La consigliera d’opposizione ed ex assessore della giunta de Magistris, Alessandra Clemente pone l’attenzione su quanto sollevato da un articolo del “Roma”. la candidata sindaca del 2021 per la sinistra afferma: «Porterò alla seduta di quest’oggi all’attenzione dell’amministrazione comunale la questione della bancarella, dopo aver letto l’articolo del vostro giornale e la sollecitazione del consigliere della Seconda Municipalità, Giuseppe Aiello. Va trovata una soluzione per non far cessare un’attività storica del centro storico, che esiste dai primi del ‘900».

Giovanni Amodio, titolare dell’attività ambulante di vendita di cappelli e magliette di piazza Dante ha fatto appello al nostro giornale affinchè sia possibile trovare un rimedio a quanto disposto dalla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio la quale, interpellata dal Comune, ha decretato lo smantellamento della bancarella perché presente nelle adiacenze dello storico Palazzo Ruffo di Bagnara, bene vincolato. L’organo periferico del Ministero, è specificato in un atto inviato il 21 febbraio 2023 dall’Area sviluppo socio economico e Competitività, servizio Programmazione mercatale del Comune di Napoli, si è espresso “negativamente con specifico riferimento alle occupazioni di suolo pubblico presso il Palazzo Ruffo di Bagnara’’.

E questo “in relazione non solo alla monumentalità del palazzo ma anche in relazione alle specifiche caratteristiche storico-architettoniche dell’intero invaso della piazza’’. L’articolo richiamato per giustificare il provvedimento è il 21 del decreto legislativo 42/2004 che si riferisce alle “occupazioni di suolo pubblico incidenti su aree di centro storico sono soggette a autorizzazioni’’. Il tempo stringe perché le memorie d’opposizione al provvedimento devono essere presentate entro 20 giorni dall’avvenuta consegna di notifica dell’atto. Dunque, tenendo conto della tempistica richiamata, la bancarella potrebbe essere eliminata già nelle prossime settimane. «È mia intenzione incontrare le famiglie che gestiscono l’attività – aggiunge la Clemente – Attraverso un tavolo con tutti i soggetti istituzionali interessati si possono vagliare delle ipotesi e ricevere delle prescrizioni. Vero è che la bancarella attualmente si trova di fianco un bene sottoposto a vincolo ma vanno capite le possibili alternative».

I gestori ebbero un’ulteriore concessione nel 2002 ma il prosieguo, con il rinnovo, sino al 2032 come concesso per varie attività dal Comune è ora bloccato dalla Soprintendenza. Gli ultimi confronti con la politica cittadina, quando già la situazione era al vaglio, fu nel 2016 quando a governare la città c’era Luigi de Magistris di cui Alessandra Clemente era assessore. «Esistiamo dal 1908 grazie a uno zio, poi è sopraggiunto mio padre, che ebbe l’ok per stare qui (c’è un’autorizzazione al commercio del 1950 dell’amministrazione della Reale Arciconfraternita della Immacolata Concezione di S. Francesco e S.Brigida ndr.). Infine io insieme a mio fratello. Siamo pronti a discutere imboccando una strada giusta che consenta il prosieguo della tradizione» dice ancora Giovanni Amodio ribadendo come «siamo per i turisti e i cittadini del centro storico e di piazza Dante un punto di riferimento. In tanti ci chiedono indicazioni, aiuti e noi siamo ben lieti di contribuire a farlo. Perché gettare al vento tutto ciò? La Soprintendenza e il Comune ci ripensino».

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