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07 Marzo 2023 - 09:16
Duplice omicidio travestiti da netturbini, tremano il ras Riccio e i due sicari
NAPOLI. La Procura non perde tempo e così, dopo gli arresti ottenuti a ottobre scorso, preme sull’acceleratore, ottenendo il rinvio a giudizio per i tre presunti responsabili dell’assassinio di Ciro Abrunzo e Franco Gaiola, assassinati a Barra nell’ambito della terza faida di Scampia. A rischiare grosso sono adesso due pezzi da novanta del clan Amato-Pagano: il giovane boss Mariano Riccio e il sicario Francesco Paolo Russo, assistiti rispettivamente dagli avvocati Domenico Dello Iacono e Claudio Davino.
Davanti ai giudici della Terza sezione della Corte d’assise di Napoli è però anche atteso un terzo affiliato, Franco Bottino, difeso invece dall’avvocato Francesco Anastasio. L’appuntamento in aula è stato fissato per il 29 marzo, data entro la quale i tre imputati potrebbero però chiedere di essere processati con il rito abbreviato. Ciro Abrunzo “’o cinese” era uno degli emergenti del cartello malavitoso Abete-Abbinante-Notturno-Aprea, gli scissionisti dagli Amato-Pagano nella terza faida di Secondigliano e Scampia, ma abitava a Barra e non era facile organizzare un agguato lontano dal proprio territorio. Così l’allora giovanissimo ras Mario Riccio detto “Mariano”, genero del boss Cesare Pagano, ebbe un’idea geniale: i killer si sarebbero travestiti da operai dell’Asìa e così non sarebbero stati notati da eventuali sentinelle o guardaspalle dell’obiettivo.
Il 21 giugno 2012 l’omicidio fu compiuto secondo i piani e ci andò di mezzo anche Franco Gaiola detto “’o fachiro”, amico del bersaglio designato ma estraneo alla guerra. I due stavano parlando in corso Sirena quando una raffica di proiettili si abbatté su di loro. A distanza di 10 anni la giustizia, lenta ma inesorabile, ha fatto il suo corso e a ottobre in quattro hanno ricevuto un’ordinanza di custodia cautelare per duplice omicidio: Mariano Riccio, come mandante; Francesco Paolo Russo detto “Cicciariello”, Franco Bottino “Mustafà” e Sabato Palumbo, 68enne, unico libero tra gli indagati. A risolvere il caso, sotto il coordinamento della Dda di Napoli, sono stati i poliziotti della Squadra mobile di Napoli. All’inchiesta hanno contribuito 11 pentiti, alle cui dichiarazioni sono seguiti i riscontri degli investigatori sulla base di accertamenti vecchi e nuovi. Ciro Abrunzo e Franco Gaiola furono feriti mortalmente con ben 15 colpi d’arma da fuoco, il 21 giugno 2012, a Napoli in corso Sirena.
Travestiti da operai, i due esecutori materiali con il terzo del comando a poca distanza arrivarono in auto da Secondigliano con un finto pulmino dell’Asia. Si focalizzarono soprattutto sul “cinese”, 28enne incensurato ma componente di primo piano del gruppo degli Abete-Abbinante, ma non lasciarono vivo il testimone: il 58enne di Barra Franco Gaiola. Gli assassini giunsero a volto scoperto e con addosso le casacche arancioni dell’Asìa. Scesero dal furgoncino e aprirono il fuoco soprattutto contro il 28enne: la polizia lo capì dalla circostanza che il suo corpo era crivellato dai colpi mentre solo due proiettili avevano centrato “’o fachiro”
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