Tutte le novità
10 Marzo 2023 - 08:53
In 400 in istituto, 27 con l’accusa di omicidio. Ciambriello: «Sconcertante che stiano insieme adolescenti, adulti e stranieri»
NAPOLI. «I ragazzi rispondono quando gli diamo cose concrete». Sono queste le parole degli addetti ai lavori durante la conferenza, tenutasi ieri, nella sala Nassirya del Consiglio Regionale della Campania propedeutica alla firma di un protocollo tra il Garante delle persone private della libertà personale della Regione Campania, Samuele Ciambriello, e il dirigente del Centro di Giustizia Minorile e di Comunità della Campania, Pino Centomani.. Che il tema della devianza giovanile stia occupando vari tavoli istituzionali è evidente, soprattutto a causa dell’impennata dei numeri evidenziati dal Garante Regionale dei detenuti, Samuele Ciambriello: «Al 15 dicembre, 6.400 giovani campani sono al servizio sociale minorile, 400 sono detenuti nei 17 istituti penali minorili nazionali, di cui 201 minori stranieri. 57 sono a Nisida e 37 ad Airola». Ma ciò che ne determina la complessità non riguarda solo i numeri, ma anche «la miscela esplosiva di più problemi».
Secondo Ciambriello sulla giustizia minorile c’è una «rivoluzione incompiuta» e che: «il sistema degli istituti penali per minorenni non può reggere una presenza contemporanea di minorenni, giovani adulti, stranieri ed adolescenti con doppia diagnosi. L’assenza di educatori, mediatori linguistici e psichiatri è grave soprattutto con un quadro così complesso». Ad essere grave, però, anche un’ulteriore assenza: «Manca da due anni la programmazione sui progetti di formazione profesionale che è di competenza regionale», come dichiarato dallo stesso garante. Una grave mancanza che genera un sentimento di sfiducia tra i detenuti minorenni e tra tutti coloro che credono che il lavoro sia uno scudo contro le recidive.
«Il problema è che la formazione professionale è di competenza della Regione, quindi anche se l’istituto fa dei progetti che sono formativi la certificazione delle competenze, spendibili sul mercato del lavoro, la può fare solo la regione. Noi facciamo progetti qualificanti ma non sono certificati» spiega la coordinatrice del Cgm di Napoli, Mariangela Cirigliano. «Ancora più sconcertante ha aggiunto Ciambriello è il dato che riguarda i 27 ragazzi adolescenti accusati di omicidio volontario e gli 80 di tentato omicidio. Di questi 27, otto detenuti hanno tra i 14 e i 18 anni. Troppi sono gli adolescenti con precarietà economica e sociale. Proprio per questo credo che l'istruzione, la cultura, lo sport e l'orientamento professionale siano la cura». Sulle carenze progettuali interviene anche Anna Caserta: «Nei progetti mancano i destinatari importanti: le famiglie. Bisogna attribuire a queste ultime non solo risorse ma anche responsabilità»
Copyright @ - Nuovo Giornale Roma Società Cooperativa - Corso Garibaldi, 32 - Napoli - 80142 - Partita Iva 07406411210 - La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo - Il giornale aderisce alla FILE (Federazione Italiana Liberi Editori) e all'IAP (Istituto di autodisciplina pubblicitaria) Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte di questo giornale può essere riprodotta con alcun mezzo e/o diffusa in alcun modo e a qualsiasi titolo