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La faida di Pianura non si placa, il clan Marsicano all’attacco

La faida di Pianura non si placa, il clan Marsicano all’attacco

NAPOLI. Meno di 36 ore dopo l’agguato ad Antonio Gaetano “Plasmon” è scattata a colpi di pistola la vendetta del gruppo Calone-Esposito-Marsicano nei confronti dei Carillo-Perfetto. Due le ipotesi al vaglio degli investigatori in seguito al nuovo raid: una stesa in pieno giorno in territorio nemico con l’esplosione di proiettili a casaccio che hanno centrato una Fiat “500L” oppure, ma è meno probabile, ci sarebbe stato un conflitto a fuoco in via José Maria Escrivà a Pianura tra motociclisti armati. In ogni caso, nessuno è rimasto ferito: la polizia ha controllato in tutti gli ospedali di Napoli e provincia. Come si poteva immaginare, il tentato omicidio del 19enne in via Mergellina ha gettato altra benzina sul fuoco che brucia negli ambienti malavitosi di Pianura. La tregua tra i due clan in guerra, eredi dei Pesce-Marfella e dei Mele, sembrava reggere e invece improvvisamente il 2 marzo scorso un commando armato, presumibilmente dei Carillo-Perfetto, ha compiuto un’azione intimidatoria nei pressi della palazzina in cui abita Antonio Gaetano detto anche “’o biscotto”, ritenuto un ras emergente che stava reggendo il gruppo Calone-Esposito-Marsicano in assenza dei boss detenuti. I pistoleri sbagliarono però bersaglio, centrando la finestra dell’abitazione di un’abitazione estranea a contesti malavitosi. Era un avvertimento, ma evidentemente Gaetano ha ignorato la minaccia. Così la notte di domenica scorsa in due lo hanno seguito fino a Mergellina e mentre era a bordo di una Panda ferma nel traffico della movida con un amico, è stato colpito all’addome e alla nuca da uno di due malviventi su uno scooter. Soprattutto il proiettile nella zona della cervicale preoccupa i medici, anche se da ieri le sue condizioni sarebbero in miglioramento. La prognosi resta riservata, ma si allontana il pericolo di morte. Sia sull’agguato di Mergellina che sulla sparatoria di Pianura indagando i poliziotti della Squadra mobile, accorsi alle 15 di ieri in via Escrivà insieme ai colleghi della Scientifica. Sul posto hanno constatato che una 500 era stata bucata in due punti e aveva un vetro infranto, così come una Toyota affianco. A terra non c’erano bossoli, a dimostrazione che aveva fatto fuoco una pistola a tamburo: circostanza che spinge gli investigatori a ritenere più realistica l’ipotesi di una stesa che quella del conflitto a fuoco. Sarebbe infatti una strana coincidenza l’uso contemporaneo di armi dello stesso tipo. Sul movente della ripresa della guerra di camorra sempre di più si pensa al pizzo sui bancarellari che vendono gadget del Napoli. Le forze dell’ordine avrebbero raccolto voci insistenti circa la forte pressione per ottenere una quota del guadagno. Riunione ieri pomeriggio, presieduta dal prefetto Claudio Palomba, del Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica. Si è parlato soprattutto delle misure per la partita Napoli-Eintracht, ma anche della nuova ondata di criminalità. Saranno presto potenziati i servizi di controllo del territorio con più uomini e mezzi.

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