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Gesù Nuovo, restauro della facciata: «Così si torna agli antichi splendori»

Gesù Nuovo, restauro della facciata: «Così si torna agli antichi splendori»

NAPOLI. La facciata della chiesa del Gesù Nuovo ha ora un aspetto diverso, con colori e tonalità che la riportano a quando l’edificio era un palazzo nobiliare appartenente ai Sanseverino di Salerno, costruito nel 1470 prima della trasformazione in uno dei luoghi di culto più importanti della città. Il restauro, durato un anno e mezzo dopo l’ok della Soprintendenza, promosso dai Gesuiti, è completato grazie alla pulitura delle parti in piperno, degli elementi marmorei e delle bugne. A ciò si aggiunge la sostituzione dei finestroni, con particolare attenzione a quello corrispondente alla navata centrale della chiesa. I dettagli degli interventi di ristrutturazione sono stati forniti ieri mattina nel corso di una conferenza nella Sala Valeriano di piazza del Gesù, con gli interventi dei rappresentanti delle varie parti interessate. Gianfranco Bidello, ingegnere e coordinatore dei lavori di restauro ammette come l’operazione abbia contemplato un «notevole stato di difficoltà vista la logistica di una piazza chiusa al traffico. Non si interveniva dagli anni ’80» nell’era post terremoto. L’ingegnere Bidello conferma: «La facciata è completamente diversa rispetta a prima, abbiamo eliminato tutti gli strati di lavorazione, anche di tinteggiatura e incrostazioni di agenti atmosferici. I marmi – aggiunge il coordinatore dei lavori - già avevano avuto degli interventi e siamo ora intervenuti in modo radicale eliminando le sporcizie rimediando agli errori del passato e dando nuovo colore». Intanto, è in corso di realizzazione la gara per l’aggiudicazione dei lavori per la realizzazione degli impianti elettrici mentre la Soprintendenza sta lavorando a un progetto per la stabilità sismica. Costo stimato: circa 1,5 milioni di euro, che rappresentano in cifra economica la volontà del Ministero dei Beni Culturali a investire sul Gesù Nuovo. Padre Jean-Paul Hernandez, teologo gesuita, spiega: «Noi abbiamo assistito alla rivelazione della chiesa e del segreto che è qualcosa che ha a che fare con il tempio di Gerusalemme». Su qualche cenno di esoterismo sulla parete della chiesa appena restaurata, padre Hernandez frena. «La forma piramidale del bugnato è un modo simbolico per accaparrare l’energia solare come pensato con le priamidi e gli scalpellini sono probabilmente i segni di lavori realizzati nel passato». Per Padre Roberto Del Riccio, provinciale dei gesuiti di Malta, Romania, Albania e Italia «il valore di questo restauro riguarda la riconsegna alla città di un bene che è innanzitutto suo, al di là di chi ci ha vissuto e ha celebrato. Per i gesuiti rappresenta un punto di ristoro per tanti fedeli, nei secoli».

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