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15 Marzo 2023 - 08:39
Oltre sei miliardi già pronti per i cantieri: ma pesa l’aumento dei prezzi delle materie. A frenare l’attuazione anche la scarsa capacità progettuale dei Comuni
NAPOLI. Sei miliardi e 216 milioni pronti, che attendono solo di trasformarsi in aperture di cantieri e opere pubbliche. Sono gli avvisi e i bandi relativi al Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) in Campania che si sono già conclusi e tradotti in graduatorie definitive. Numeri importanti aggiornati alla metà del mese scorso perché pongono la regione al terzo posto della classifica nazionale dopo Sicilia e Lombardia.
LA CLASSIFICA DELLE REGIONI ITALIANE. Un vero e proprio podio a tutti gli effetti, visto che la distanza tra la Campania e le altre due regioni battistrada non è molta: la Sicilia è infatti prima in assoluto, con 7 miliardi e 130 milioni di avvisi e bandi Pnrr già terminati con annesse graduatorie, seguita dalla Lombardia a un’incollatura, con 7 miliardi e 112 milioni. La Campania fa decisamente meglio di regioni come la Puglia (5,8 miliardi) che pure tra quelle del Mezzogiorno è la più avanti nella spesa dei fondi europei di coesione ma anche di Lazio (quasi 5,5 miliardi) e Piemonte (3,9 miliardi), come emerge dall’analisi dei numeri aggiornati al 17 febbraio scorso di Regis, il sistema della Ragioneria generale dello Stato che gestisce e monitora le linee d’investimento del Pnrr. I 6 miliardi e 216 milioni della Campania sono parte dei 72,84 miliardi di euro totali delle risorse finora assegnate a livello nazionale in attuazione del Pnrr. Numeri che confermano come le regioni che hanno finora localizzato i maggiori investimenti restano la Lombardia e la Campania con 11,9 miliardi di euro, seguiti dalla Sicilia con 9,5 miliardi di euro.
LE DIFFICOLTÀ PER LA REALIZZAZIONE CONCRETA DELLE OPERE. Che cosa manca per far sì che questi soldi ora vengano come si dice “messi a terra”, cioè si traducano in opere concrete? Se la fase di riparto dei fondi ai territori è avvenuta rispettando i termini previsti, il passaggio dall’allocazione dei fondi alla loro spesa effettiva sta andando incontro a diverse difficoltà. Due su tutte: la realizzazione del Pnrr ha risentito, inevitabilmente, dell’aumento dei prezzi dei materiali che ha fatto slittare i cronoprogrammi delle opere; dall’altro lato c’è l’annoso problema della capacità progettuale e amministrativa dei Comuni, soprattutto al Sud, fortemente depotenziata dopo anni di blocco del turnover. Dal 2011 il personale dei Comuni è diminuito del 27%, con un -19% maturato tra il 2015 e il 2020 solo per quanto riguarda le professionalità impegnate negli uffici pianificazione.
IL NUOVO PREZZARIO DEI LAVORI PUBBLICI. Sul fronte dei materiali un importante passo in avanti è stato fatto invece dalla Regione Campania, che di recente ha approvato il nuovo prezzario dei lavori pubblici, mettendolo a disposizione delle imprese e degli enti territoriali per dare una svolta agli appalti previsti dal Pnrr nella regione. Si è trattato della revisione di circa 15mila voci di prezzi di materiali, lavorazioni e costi per l’intero settore dell’edilizia in Campania. Un lavoro durato un anno, e che ora si spera possa iniziare a dare i suoi frutti.
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