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De Luca Bossa, nuovo kappaò: il ras Veneruso si pente

De Luca Bossa, nuovo kappaò: il ras Veneruso si pente

NAPOLI. L’amicizia con il giovane boss ammazzato pochi mesi fa, i pestaggi commessi e subiti e il fiume di droga con cui ha contribuito in prima persona a invadere le piazze di spaccio di mezza Napoli Est. Giuseppe Veneruso, alias “Verdace”, 29enne dal grilletto facile e dalla fedina penale “enciclopedica”, dopo l’ultimo arresto subito pochi mesi fa ha deciso di dare una svolta alla propria vita: il 14 febbraio scorso, da detenuto, si è presentato spontaneamente negli uffici della Dda di Napoli e ha manifestato al pm Antonio D’Alessio la volontà di collaborare con la giustizia. Un pentimento, il suo, che rischia di avere adesso pesantissime ripercussioni su almeno due cosche: i De Luca Bossa di Ponticelli e i Mascitelli di Pomigliano d’Arma. Veneruso ha infatti fatto parte, con ruoli apicali, di entrambi i clan. È il giorno di San Valentino quando Verdace, presentatosi in Procura, afferma di «voler cambiare vita». Dopo l’incipit di rito, il neo pentito ha quindi subito messo sul tavolo degli inquirenti le prime informazioni: «Ho fatto parte del clan De Luca Bossa dal 2018 al 2020; nel mese di giugno del 2020 sono stato aggredito da appartenenti al predetto clan, dopo di che ho deciso di passare nel gruppo di Mascitelli, operante a Pomigliano d’Arco. La mia appartenenza al clan Mascitelli è tuttavia durata sino al dicembre 2020, quando Bruno Mascitelli è stato arrestato insieme a suo nipote Raffaele Aruta. Dopo questi arresti nel 2021 sono rimasto sul territorio di Pomigliano solo con Salvatore Daniele, altro nipote di Bruno Mascitelli; tuttavia a quel punto il clan Mascitelli non c’era più e sono rimasto a operare su quel territorio solo io e Daniele». Tornando invece sui rapporti con la temibile cosca di Ponticelli: «Sono entrato a far parte del clan De Luca Bossa grazie all’amicizia che avevo con Alessio Bossis, ammazzato il 24 ottobre 2022», ha precisato il neo collaboratore di giustizia. Nella fase finale dell’interrogatorio Veneruso si è poi focalizzato sulla propria attività di narcotrafficante: «Sono stato arrestato di recente (a ottobre scorso, ndr) per aver fatto parte di un’associazione per delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti proprio insieme a Daniele. Ammetto i fatti e aggiungo che effettivamente mi occupavo di procurare partite di stupefacenti di circa 4-5 chili di cocaina al mese in varie località della provincia di Napoli, dopo di che mi limitavo a consegnarle agli spacciatori che operavano in strada; tutto questo sempre su ordine di Daniele. Aggiungo che tra coloro da cui mi sono rifornito di cocaina vi è anche Bruno Piacente di Brusciano. Devo anche precisare che questa mia attività di rifornimento avveniva non solo su Pomigliano d’Arco, ma anche su Ponticelli, dove comunque mi limitavo a consegnare lo stupefacente agli spacciatori che non facevano parte del clan e che operavano nelle singole piazze». L’ultimo passaggio è poi dedicato alla moglie, che il neo pentito descrive «del tutto estranea ai fatti e si trova coinvolta in quest’operazione a causa mia; sono state fraintese alcune conversazioni».

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