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17 Marzo 2023 - 09:28
NAPOLI. Una paura ancora latente, a 24 ore dai fatti. La giornata di giovedì, quella successiva agli scontri con protagonisti i tifosi tedeschi, alcuni napoletani e polizia e carabinieri in mezzo, in piazza del Gesù è ancora vivido il ricordo di quegli interminabili momenti di violenza. «Ci hanno mandato al massacro. Come è stato possibile che le autorità abbiano permesso ai tifosi provenienti da Francoforte di fare tutto questo?». È a dir poco indignata Anna Arenella, titolare del ristorante-pizzeria Annarè, tra i più danneggiati. «Mio figlio che gestisce il locale - afferma - non voleva far sedere i tifosi del Francoforte ma poi ci hanno detto che potevano. Loro prima hanno mangiato, e in molti non hanno nemmeno pagato, e poi appena alzatisi hanno distrutto le telecamere di sorveglianza per non farsi riconoscere. Segno che c’era premeditazione. Qualcuno aveva delle mazze di ferro. Nessuno è intervenuto, i nostri dipendenti si sono spaventati, mio figlio è sotto shock e non è venuto a lavorare. Se ci avessero avvisati dell’arrivo dei tedeschi, avremmo subito chiuso». Carmine Botta, gestore della pizzeria ’O Munaciello, situato in uno dei punti epicentro degli scontri, dice: «Il gazebo è in parte fuori uso e i bidoni della spazzatura non ci sono più. I tifosi dell’Eintracht hanno preso bottiglie e bicchieri di vetro, piatti. Oggi siamo stati costretti a prendere tutti coltelli nuovi, li avevano rubati tutti». Botta pensa alle 40 persone che erano sedute e che sono dovute scappare impaurite e ai dipendenti «che sino alle 18.30 si sono barricati nel locale uscendo soltanto quando i bus con i tifosi tedeschi non sono ripartiti». Di «coprifuoco, dalle 16 di mercoledì in poi» parla Ciro Messere, gestore, con Lorenzo Boschetto, della trattoria ’O Cerriglio di via San Biagio dei Librai, strada non lontana da piazza del Gesù ma che è stata comunque condizionata dagli avvenimenti teppistici. «Tutti i commercianti ristoranti, gioiellerie, tabaccai hanno all’improvviso chiuso. Noi sentivamo elicotteri e abbiamo visto persone incappucciate, che però non erano napoletane. La sera il locale, che fa 120 posti, è rimasto chiuso nonostante le prenotazioni, la merce acquistata e i dipendenti da pagare» sottolinea Messere. Tornando agli esercenti di piazza del Gesù, Walter Angelillo del Novecento Wine&Bar dà la sua versione: «I tedeschi volevano per forza entrare, hanno urtato la serranda per farci spazio. Se avessimo saputo prima l'arrivo in piazza del Gesù di tutti questi tifosi, non avremmo aperto e forse i 2.000 euro di danni alla pedana li avremmo risparmiati». E Mattia Esposito, del Trinity Cafè, è chiaro: «C’è un dispiacere generale per i danni e per quanto successo. È stato un shock. I tavoli sono per metà distrutti perché utilizzati come armi così come le sbarre del gazebo, abbiamo avuto tanta paura».
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