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17 Marzo 2023 - 09:32
NAPOLI. A febbraio a Napoli si conferma un tasso d’inflazione pari all’8,6%, ma soprattutto non si fermano i rialzi del carrello della spesa e iniziano a farsi sentire i primi effetti anche sugli affitti. In pratica si tratta di un aumento quasi in linea con il +9,1% registrato a livello nazionale dall’Istat che ieri ha ritoccato leggermente al ribasso il dato (da +9,2 a +9,1%). IL CARRELLO DELLA SPESA. A sorprendere ancora una volta negativamente, però, sono i prezzi dei generi alimentari: il cosiddetto carrello della spesa mette letteralmente le ali risalendo al 12,7%. Un dato mostruoso, ben superiore a quello complessivo, diminuito invece grazie alla riduzione dei prezzi energetici negli ultimi mesi. Secondo l’Unione nazionale consumatori, che ha rielaborato i dati Istat per capire come la crescita dei prezzi incida sulle tasche delle famiglie, a Napoli la tassa occulta dell’inflazione si traduce in un rincaro medio annuo per una famiglia che varia da +1.740 a +2.016 euro a seconda del numero dei componenti. E inoltre l’impatto dell’inflazione ha effetti anche sugli affitti; in base all’analisi messa a punto da Idealista, l’effetto prezzi sugli affitti a Napoli vale in media aumenti di 58 euro al mese per un trilocale, che su base annuale vuol dire un rincaro di circa 700 euro. Soldi che dovranno sborsare in più gli inquilini che hanno l’adeguamento annuale calcolato con l’indice di inflazione di dicembre 2022. La situazione però non è la stessa in ogni zona e può variare anche considerevolmente a seconda della città presa in riferimento. Stesso discorso vale per zone centrali e periferiche. A Napoli si registrano sicuramente aumenti nettamente inferiori a Milano (+98 euro al mese e 1.176 euro in più all’anno), dove la media degli affitti è la più cara d’Italia. ma anche rispetto a città come Bologna (+71 euro mensili) e Roma (64 euro in più al mese e 768 euro in più all’anno). I consumatori si appellano al Governo: Assoutenti chiede un intervento per tagliare l’Iva sui generi alimentari. Confesercenti esprime invece timori sul potere d’acquisto delle famiglie e sulla tenuta dei consumi. DALLA BCE NUOVO RIALZO DEI TASSI. Come se non bastasse, ieri la Banca centrale europea è tornata nuovamente ad aumentare i tassi d’interesse di un altro mezzo punto percentuale, portandoli al 3,5%. Immediato l’effetto sui mutui a tasso variabile: si tratta di «una maxi-mazzata» per le famiglie con un mutuo, che sommata a tutti gli altri incrementi dei tassi precedenti costerà in media fino a 3.240 euro l’anno in più rispetto al 2021, avverte il Codacons.
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