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17 Marzo 2023 - 09:42
NAPOLI. Il quartiere-polveriera sembra proprio non riuscire a trovare pace. Dopo l’agguato nel quale lo scorso week end è rimasto gravemente ferito il presunto babyras Antonio Gaetano, alias “Plasmon”, la faida di Pianura continua a divampare in tutto il proprio odio. L’ennesima sparatoria è avvenuta in via Comunale Grottole e ha visto entrare in azione un commando di sicari che ha esploso quattro colpi di pistola. Circostanza non trascurabile: il raid è avvenuto la notte successiva alla stesa di via Escrivà. In quest’ultimo caso gli investigatori hanno ipotizzato un attacco degli Esposito-Marsicano-Calone ai rivali Carillo-Perfetto, una vendetta scaturita con tutta probabilità dall’imboscata tesa a Mergellina al 19enne Gaetano. La sparatoria di via Grottole potrebbe dunque essere proprio la risposta immediata a quel raid. I contorni della vicenda sono però ancora in parte da ricostruire. Partiamo dunque dalla fredda cronaca del fatto. La sparatoria è avvenuta alle due della notte a cavallo tra lunedì e martedì, poche ore il raid di via Escrivà. Il commando ha attraversato la strada in sella a uno scooter e ha premuto il grilletto quattro volte. Gli spari sono stati distintamente avvertiti dai residenti e alcuni di loro hanno subito chiesto l’intervento delle forze dell’ordine. Poco dopo è arrivata sul posto una volante della polizia di Stato e gli agenti hanno effettivamente trovato riscontro alla segnalazione. Per fortuna nessuno si è fatto male e non sono stati registrati danni alle auto in sosta o agli edifici circostanti. A stretto giro di posta sono partite le indagini e gli inquirenti hanno già intavolato alcune ipotesi. Lungo la strada Comunale Grottole vivono diversi pregiudicati di spessore ed è proprio su questi che gli investigatori stanno focalizzando le proprie attenzioni. Fino a pochi anni fa in questa via abitava Salvatore Romano “muoll muoll”, esponente di spicco del clan Mele, e ancora oggi alcuni suoi parenti si trovano in zona. Gli investigatori escludono però che fossero loro i destinatari dell’intimidazione. Nel mirino ci sarebbe invece un altro aspirante capozona: un ragazzo poco più che ventenne, ritenuto molto vicino agli ambienti degli Esposito-Marsicano-Calone e piuttosto attivo nei traffici di stupefacenti. Stando alle voci raccolte sul territorio dopo la sparatoria, i pistoleri avrebbero in particolare rivolto insulti e minacce a un giovane esponente di una paranza che viene provvisoriamente denominata dagli investigatori come “Mangiapia”. Al momento - è doveroso precisarlo - si tratta però di mere ipotesi di scenario e solo i futuri, eventuali riscontri potranno rivelarne l’effettiva consistenza. La polizia ha comunque individuato alcune telecamere di videosorveglianza privata presenti lungo la strada e non è da escludere che da qualcuna di quelle registrazioni arrivino degli elementi utili allo sviluppo dell’indagine. In ballo, neanche a dirlo, c’è ancora una volta la volontà dei due clan in guerra di controllare il mercato dello spaccio di droga al dettaglio e adesso anche il racket dei gadget del Napoli: un business oggi più che mai florido. Lo stesso che è quasi costato la vita al 19enne Antonio Gaetano.
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