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18 Marzo 2023 - 09:30
“Tonino ’a munnezz” ha detto dinanzi ai giudici di essere il mandante degli agguati ad Amaro e Solimene
CAIVANO. Il boss della camorra Antonio Ciccarelli alias “Tonino ’a munnezz” (nella foto al momento dell’arresto), confessa, dinanzi ai giudici della II sezione della Corte di Assise del Tribunale di Napoli, di essere il mandante degli omicidi dei suoi ex gregari Gennaro Amaro ed Emilio Solimene, uccisi all’interno del Parco Verde dai suoi sicari su preciso suo ordine. Una vera e propria ammissione di responsabilità, preceduta nei giorni scorsi dal risarcimento erogato ai familiari delle due vittime di camorra.
Rinviata al prossimo 23 maggio la seconda udienza dibattimentale, nel corso della quale l’ex padrino e padrone del Parco Verde spiegherà ai giudici la sua “verità”, una manovra che punta ad evitare l’ergastolo certamente scontato tenuto conto che nel corso di quest’anno, i sicari al soldo di Ciccarelli si sono pentiti scaricando sul ras tutte le responsabilità. È chiaro a tutti che è finita l’epoca del clan Ciccarelli, che insieme ai Sautto, era riuscito a mettere in piedi un cartello criminale che per oltre un decennio ha tenuto il pieno controllo di tutte le piazze di spaccio del Parco Verde e del Bronx di Caivano, riuscendo ad allearsi con altri cartelli del territorio.
Ieri in aula solo Antonio Ciccarelli, un boss lasciato solo, che ora sta meditando di scontare il carcere evitando il 41 bis. Un colpo di scena che da settimane era nell’area, visto l’andamento della situazione criminale. A sconfiggere Ciccarelli è stata l’attività sinergica dei carabinieri, che tra non poche difficoltà e in un impenetrabile muro d’omertà, sono riusciti a far venire dalla loro parte, i pentiti Antonio Cocci, Mariano Vasapollo e Gennaro Masi, tutti uomini di Antonio Ciccarelli che nel di questi mesi, avendo avuto la certezza che sarebbero rimasti inchiodati, avrebbero “cantato”, abbandonando al suo destino Ciccarelli, che da settimane può essere considerato un ex boss in pensione.
Non è da escludere che l’elenco dei pentiti caivanesi possa in qualche modo allungarsi, visto che a nessuno fa piacere trascorrere il resto della loro esistenza in una cella, forse in regime di 41 bis (massima sicurezza), rimanendo privati dell’affetto delle loro famiglie, costrette alla fame, vista la pressione delle forze dell’ordine, che in meno di 8 mesi sono riusciti a far scattare le manette ai polsi di oltre 170 persone del Parco Verde, riuscendo a recuperare non solo chili di sostanze stupefacenti, ma veri e propri carichi d’armi, tutte efficienti, ma soprattutto nella disponibilità dei vari personaggi del malaffare locale.
Chiuso il “capitolo” Ciccarelli, un tempo alleato dei Pezzella di Frattamaggiore, resta il nodo delle nuove leve un vero e proprio gruppo di “cani sciolti” alcune in alleanza con la malavita delle Salicelle e con alcuni gruppi criminali di Acerra, con i quali hanno portato a segno anche l’omicidio di Antonio Natale, un assassinio che potrebbe vedere protagonisti un cartello di acerrani emergenti.
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