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Alla sbarra i nuovi Mazzarella

Alla sbarra i nuovi Mazzarella

Racket agli ambulanti, la Dda non perde tempo: giudizio immediato per il ras “Mortadella” e i suoi fedelissimi

NAPOLI. Negli ultimi cinque anni erano riusciti a imporre la loro legge, quella della violenza e del sopruso, ma adesso la giustizia è pronta a presentargli il conto. Dopo la raffica di arresti incassata a dicembre scorso, la nuova cupola del clan Mazzarella dovrà presentarsi a breve in aula. Concluse le indagini preliminari, la Procura antimafia di Napoli ha infatti chiesto e ottenuto il giudizio immediato per venticinque esponenti della potente cosca con base tra Poggioreale, il Mercato, Forcella e la Maddalena.

L’appuntamento davanti ai giudizi della Quarta sezione penale collegio C è stato fissato per il prossimo 4 maggio, data entro la quale gran parte degli imputati potrebbe però chiedere di essere processata con il rito abbreviato, puntando così a un sostanzioso sconto di pena in caso di condanna. Alla sbarra andranno Enzo Barattolo, Alessandro Bilotti, Gennaro Cappuccio, Francesco Cecero, Antonio D’Andrea, Pietro De Filippis, Gaetano Della Porta, Massimo Ferraiuolo, Salvatore Ferraiuolo, Ciro Garofalo, Gaetano Gemei, Rosaria Liguori, Vincenzo Lucci, Antonio Manzi, Marco Micillo, Leonardo Nisi, Ciro Prestieri, Salvatore Ricciardi, Daniele Riccio (classe 1987), Giovanna Romaniello, Pasquale Salvia, Antonio Tubelli, Alberto Virente, Maurizio Virente e Antonietta Virenti.

L’inchiesta era culminata in 25 arresti per estorsione e armi contro il clan Mazzarella e ruotava intorno alla figura di Massimo Ferraiuolo, alias “Mortadella”, scarcerato dopo una condanna scontata per l’omicidio di Giuseppe Ginosa e tornato in auge a Forcella ricostituendo il clan in crisi per il pentimento del fratello Maurizio. “Mortadella”, nipote del boss Raffaele Stolder e cognato di Carmine Giuliano “’o lione”, aveva tutte le carte in regola per farlo e appoggiandosi ad Antonietta Virente “’a zia” (vedova del boss Vincenzo Mazzarella “’o pazzo” e madre di Michele Mazzarella) era diventato il vertice di un’associazione dedita soprattutto al racket: in particolare agli ambulanti del mercato della Maddalena, dove qualcuno pagava al clan addirittura 20 euro al giorno.

Ma su 200 commercianti uno solo, uno straniero, aveva avuto il coraggio di denunciare. Nel frattempo l’indagine condotta dalla Squadra Mobile della questura di Napoli e dalla squadra giudiziaria del commissariato Vicaria-Mercato andava avanti a ritmo serrato con il coordinamento della Dda. Alla fine su 30 persone finite nel mirino dei pm ne sono state arrestate ben 25, tutte nel corso del blitz prenatalizio. Tra gli indagati non c’è il ras Michele Mazzarella, finito però comunque in manette poche settimane dopo.

I ruoli nel superclan del centro storico, nato dalla fusione tra i Mazzarella del rione Luzzatti a Poggioreale e i Ferraiuolo, erano ben delineati. Massimo Ferraiuolo e Antonietta Virenti rappresentavano i vertici delle rispettive famiglie con la collaborazione diretta di Giovanna Romaniello e Salvatore Ferraiuolo (moglie e figlio di Massimo); Alberto Virente era uno dei principali referenti; Gaetano Gemei, Gennaro Cappuccio, Antonio Tubelli e Pasquale Salvia organizzatori delle attività illecite in stretto contatto con i capi.

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