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Montescuro, scattano i sigilli

Montescuro, scattano i sigilli

Sequestrati due immobili di proprietà del figlio del defunto boss “’o menuzz”, ma la Procura voleva la stangata

NAPOLI. Nel lontano 2008 si nascose da latitante proprio in uno degli appartamenti a Gianturco che ieri gli sono stati confiscati dalla polizia di Stato su decreto del Tribunale di Napoli (sezione Misure di prevenzione). Probabilmente se l’aspettava Luca Montescuro, 61enne napoletano figlio del defunto ras Carmine detto “’o menuzz”, al quale sono stati sottratti due immobili per un valore complessivo di 500mila euro, entrambi in via Santa Lucia Filippini. Sono stati i poliziotti della sezione “Misure di Prevenzione Patrimoniali” della divisione polizia anticrimine della Questura di Napoli, in seguito a un’articolata attività d’indagine tesa all’aggressione dei patrimoni illecitamente acquisiti dalla cosca, a dare esecuzione a un decreto di confisca di beni, emesso dal Tribunale di Napoli-Sezione Misure di Prevenzione, nei confronti di Luca Montescuro. L’uomo è ritenuto socialmente pericoloso in quanto dal 2000 in poi è stato indagato per l’appartenenza al clan Montescuro, un’associazione dedita al traffico di stupefacenti, rapine, contrabbando ed estorsioni gestita al boss Carmine Montescuro. Inoltre il 61enne, fino al 2009, è stato destinatario di provvedimenti cautelari restrittivi per associazione per delinquere finalizzata a commettere rapine aggravate, consumate mediante sequestro di persona, porto e detenzione di armi da sparo e da punta e taglio, ricettazione e per associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti o psicotrope. Per questi reati ha riportato alcune condanne definitive con fine pena nel gennaio del 2028. Attualmente Luca Montescuro è detenuto. Il decreto di confisca ha ad oggetto due appartamenti che si trovano nella stessa strada, in via Santa Lucia Filippini, del valore complessivo di circa 500mila euro, acquistati con denaro di provenienza illecita. La Procura chiedeva che gli venisse applicata la cosiddetta sorveglianza speciale a causa della sua spiccata pericolosità sociale; in più voleva che venissero sequestrati una lunghissima serie di beni ritenendo che fossero stati tutti acquistati con i proventi illeciti del narcotraffico e dei reati contro il patrimonio. Ma gli avvocati Giuseppe Milazzo e Immacolata Romano, suoi difensori, sono riusciti ad evitarlo e così una volta espiata la propria pena, Luca Montescuro Montescuro sarà di nuovo libero. Era il 20 maggio 2008 quando il presunto trafficante di droga Luca Montescuro, che allora aveva 46 anni, fu arrestato dalla polizia a Napoli. L’uomo rientrava in un’indagine svolta su tutto il territorio nazionale nel quale rimasero coinvolte 17 persone per fatti che si riferiscono al 2002. In quel caso, con la complicità di altre tre persone, si sarebbe occupato della direzione del sodalizio e alle varie fasi relative all’approvvigionamento della droga. L’uomo si nascondeva in un appartamento situato in via Santa Lucia ai Filippini. Dopo l’arresto, ad opera degli agenti della sezione Falchi della Squadra mobile della questura fu condotto in carcere. Doveva scontare tre anni e mezzo di reclusione.

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