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Omicidio a Mergellina, Pianura in piazza: «Kekko vive per sempre»

Omicidio a Mergellina, Pianura in piazza: «Kekko vive per sempre»

NAPOLI. La notizia della morte violenta di Francesco Pio Maimone ha letteralmente sconvolto il quartiere Pianura, dove la giovanissima vittima viveva e lavorava. Lunedì notte decine di ragazzi sono accorsi in via Escrivà, dove vive la famiglia del 18enne ucciso, e hanno affisso un grande striscione in suo ricordo: «Kekko vive per sempre», accompagnando il gesto con decine di fumogeni. Ieri pomeriggio, poi, un corte spontaneo ha attraversato le strade di Pianura chiedendo giustizia per Francesco. Intanto anche ieri le reazioni politiche non si sono fatte attendere «In queste ore ci sono stati contatti tra il prefetto e il ministero dell’Interno e mi risulta che si stia lavorando su un ulteriore impegno di forze dell’ordine e su nuove modalità operative che riguardano una serie di aree della città: piazza Garibaldi, il lungomare e Mergellina». Lo ha riferito il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, rispondendo a una domanda relativa agli episodi di violenza giovanile che la notte di domenica hanno causato la morte di un ragazzo proprio nell’area di Mergellina. Manfredi, nel sottolineare che il tema è stato oggetto ieri della discussione nel comitato per l’Ordine e la sicurezza, ha detto che «nei prossimi giorni avremo ulteriori incontri per definire meglio». Il Comune ha intanto fatto sapere che parteciperà ai funerali del 18enne ucciso. «Non siamo sconvolti, ma attoniti e addolorati perché la vita di Francesco Pio, un giovane della nostra comunità, i suoi progetti e i suoi sogni sono stati interrotti da una mano criminale. Non siamo sconvolti perché ci si sconvolge quando accade qualcosa che non ti aspetti, qualcosa di impensabile ma l’ondata di violenza e di morti di questi anni ci ha periodicamente abituati alle vita spezzate di tanti giovani della città. Non siamo sconvolti, ma straziati perché solidali allo strazio di una famiglia, di un gruppo di amici, di un intero quartiere che ha visto un ragazzo pieno di speranza non far mai più ritorno nella sua casa», afferma don Enzo Cimarelli.

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