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Bagnoli, il Riesame salva il ras Musella

Bagnoli, il Riesame salva il ras Musella

NAPOLI. Problemi di salute ed esigenze cautelari ormai attenuatesi, il ras del clan Esposito di Bagnoli non rimetterà per il momento piede in carcere. Lucio Musella, 33 anni e una sfilza di precedenti alle spalle, si è visto riconoscere dal tribunale del Riesame di Ancona il diritto a rimanere agli arresti domiciliari. Respinto dunque l’appello della Procura, che per il presunto capozona di Napoli Ovest aveva chiesto la detenzione in cella. A spuntarla sono state le argomentazioni del difensore di Musella, l’avvocato Giuseppe Perfetto, il quale ha messo in evidenza soprattutto due aspetti: i problemi di salute da cui il 33enne è attualmente afflitto e la scarcerazione di cui aveva già beneficiato in un altro procedimento. In questo caso Musella si trova alla sbarra con l’accusa di aver preso parte insieme a due complici a una violente rapina di un orologio di lusso, avvenuta a Pesaro nel 2020, che aveva fruttato alla gang oltre 40mila euro. Musella già nei mesi scorsi aveva ottenuto gli arresti domiciliari su disposizione del gip di Ancona. Il pubblico ministero aveva però impugnato l’ordinanza e presentato appello al Riesame, che in prima battuta aveva accolto la linea della Procura. In seguito la Corte di Cassazione ha però dato ragione al difensore Perfetto e, annullato il precedente “verdetto”, ha chiamato il Riesame a un nuovo pronunciamento. A mettere la parola fine alla querelle sono stati così i giudici delle Libertà, che, accogliendo le motivazioni della difesa, hanno deciso che Musella può rimanere agli arresti domiciliari. Per lui lo spauracchio del carcere di allontana. Lucia Musella, Gennaro Gennarelli e Luca Mattera devono rispondere di due colpi. La notte del 22 agosto del 2020 i tre avrebbero infatti pedinato e poi assaltato una coppia di facoltosi professionisti, Sauro Giardini e Barbara Pironi, derubandoli di un Patek Philippe “Nautilus” dal valore commerciale di circa 40mila euro. Nel raid, avvenuto a Pesaro in località Case Bruciate, l’uomo aveva anche riportato alcune lesioni. La stessa inchiesta giudiziaria ha però consentito di fare luce anche su un secondo colpo, commesso invece il 23 agosto del 2020 a Senigallia, in provincia di Ancona. In questo caso Musella, Mattera e Gennarelli avrebbero derubato la vittima di turno, Gianfranco Pianelli, derubandola di un Rolex modello “Daytona”. Le indagini hanno nel frattempo fatto il proprio corso e di lì a breve il commando è finito in manette, salvo ottenere dopo qualche tempo gli arresti in casa. Per quanto riguarda la contestazione più recente, il colpo messo a segno a Ravenna, Gennarelli aveva optato la confessione: «Sono stato io, ho rapinato il prezioso orologio». È stata questa infatti la confessione resa l’estate scorsa dal 42enne: è stato lui dunque a rapinare il prezioso orologio a una coppia nel Ravennate. Decaduta l’ordinanza cautelare, Gennarelli è così rimasto indagato a piede libero. Lo specialista dello scippo è rimasto invece ai domiciliari per la rapina commessa a Firenze e per la “doppietta” tra Pesaro e Ancona. Musella invece non ha mai ammesso il proprio coinvolgimento nel colpo.

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