Rapina a Cesara Buonamici, sconti in appello per la gang

NAPOLI. Rapina alla giornalista di Canale 5, arriva la sentenza di secondo grado, dopo il processo celebrato innanzi alla prima sezione penale della corte di appello di Firenze, a carico di cinque persone imputate a vario titolo di rapina pluriaggravata consumata e di tentata rapina. La notizia di questa rapina fece il giro d’Italia. La vittima infatti era Cesara Buonamici, conduttrice del Tg5 e tra i volti più noti dell’informazione italiana. La giornalista e il marito furono rapinati a Firenze da una banda di rapinarolex. Poche settimane dopo, i malviventi, tutti di Napoli, furono arrestati. Ecco dunque la sentenza di appello: Fausto De Laurenzio, difeso dall’avvocato Claudia Franchi, 4 anni e 8 mesi (in primo grado 5 anni e 2 mesi di reclusione); Gennaro Gennarelli, difeso dall’avvocato Luigi Poziello, 4 anni e 8 mesi (in primo grado 5 anni e 2 mesi di reclusione); Carmine Esposito, difeso dall’avvocato Luca Gagliano, 4 anni e 6 mesi (in primo grado 5 anni e 2 mesi di reclusione); Carlo Inocenta, difeso dall’avvocato Annalisa Recano, 4 anni e 4 mesi 4 di reclusione (in primo grado 4 anni e 10 mesi); Gabriele Puglisi, difeso dall’avvocato Mirella Baldascino, 2 anni e 11 mesi (in primo grado anni 3 mesi 6 di reclusione). Tutti gli imputati sono stati sottoposti agli arresti domiciliari. Presente in aula anche Joshua Kalman, marito di Cesara Buonamici, entrambi costituitisi parte civile nel processo e rappresentati dall’avvocato Nero Pinucci che ha chiesto un risarcimento di oltre 220.000 euro, pari al valore degli orologi sottratti. La parte civile si era inoltre opposta fermamente alla richiesta di concordato, poi accolta dai giudici, avanzata dagli imputati. La giornalista venne rapinata mentre si trovava insieme al futuro marito a Firenze da una banda di rapina Rolex. La banda era partita da Napoli con un furgone a noleggio, a bordo del quale era stato trasportato lo scooter usato per il raid. Quindi, dopo un breve appostamento, il colpo grosso.