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23 Marzo 2023 - 07:45
NAPOLI. In preda all’astinenza da stupefacenti ha commesso un gesto a dir poco scellerato. Si è bardato con casco e passamontagna e, armato di coltellino, non ha esitato a fiondarsi su un’anziana donna che aveva appena prelevato allo sportello bancomat. Massimo Cimmino, fratello 51enne dell’ex capoclan di salita Arenella Luigi Cimmino, alla fine ha però deciso di fare un passo indietro. Spinto dal rimorso, si è presentato spontaneamente in commissariato e ha ammesso le proprie responsabilità: «Non volevo fare del male alla signora... Sono iscritto al Sert di Fuorigrotta e voglio risarcire il danno. Chiedo perdono per quello che ho fatto». Una mossa, quella del pluripregiudicato che ha da poco finito di scontare una condanna a quasi sette anni, sempre per rapina, e che alla fine gli ha consentito di limitare i danni. Ieri sera, infatti, il 51enne è stato raggiunto da un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari per l’accusa di rapina pluriaggravata. La vicenda di cui Massimo Cimmino si è reso protagonista è a dir poco raccapricciante e risale al 19 febbraio scorso, quando in pieno giorno il 51enne ha aggredito una 73enne in via Florimo, a due passi dalla centralissima piazza Medaglie d’Oro. La donna aveva appena prelevato i contanti dall’Atm della filiale Unicredit, quando all’improvviso, mentre si trovava ancora nell’ingresso della banca, si è ritrovata a dover fare i conti con il balordo. Massimo Cimmino, con il volto travisato da casco e passamontagna, si è subito avventato sulla malcapitata e puntandole il coltello alla gola si è fatto consegnare il denaro che l’anziana aveva con sé: un bottino di appena 60 euro. A quel punto il 51enne si è rapidamente dileguato in sella a un Aprilia “Scarabeo” che aveva noleggiato, facendo momentaneamente perdere ogni traccia di sé. La vittima ha subito sporto denuncia e a stretto giro di posta sono partite le indagini dei poliziotti del commissariato Vomero. Grazie alle telecamere dell’istituto di credito e a quelle della videosorveglianza gli agenti sono rapidamente riusciti a risalire a Cimmino junior, inquadrandolo come l’autore della rapina. Ancora prima che l’indagato finisse dietro le sbarre ecco però che è scattato il colpo di scena. Il 3 marzo, su indicazione del difensore, l’esperto avvocato penalista Luca Mottola, Massimo Cimmino si è presentato spontaneamente negli uffici del commissariato Vomero, rendendo un’ampia e circostanziata confessione stragiudiziale: «Ho fatto io la rapina - ha subito messo a verbale - non volevo fare del male alla signora. Ho parcheggiato il motorino, sono sceso e sono andato allo sportello bancomat con un temperino. Mi scuso delle cose che ho fatto, ma faccio uso di cobret e psicofarmaci. Non volevo fare male alla signora... Sono iscritto al Sert di Fuorigrotta e voglio risarcire il danno. Chiedo perdono per quello che ho fatto. Io lavoro per Uber e dopo tanti anni ho fatto una stronzata, sono pentito... Chiedo scusa alla signora per quello che ho fatto». Una confessione arrivata quasi in zona Cesarini, ma che ha consentito al rapinatore-rider di limitare i danni. Per lui sono stati disposti i domiciliari.
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