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24 Marzo 2023 - 09:01
Alibi e telecamere smentiscono l’accusa, per il gup non hanno commesso il fatto. La delusione di Gaetano Barbuto Ferraiuolo: «Sconvolto dal verdetto»
NAPOLI. Nel corso del processo il quadro indiziario composto dagli inquirenti si è rivelato tutt’altro che granitico e alla fine sono stati tutti assolti per non aver commesso il fatto. È questo il verdetto pronunciato ieri pomeriggio dal giudice per l’udienza preliminare di Napoli Nord, Daniele Grunieri, per i tre imputati del ferimento del 23enne Gaetano Barbuto Ferraiuolo, il ragazzo di Sant’Antimo colpito alle gambe dopo una lite avvenuta nel settembre 2020.
La vittima aveva perso gli arti inferiori in seguito alle gravissime lesioni riportate. I tre, Antonio Sgamato, 26enne di Sant’Antimo, Raffaele Chiacchio, 19enne di Grumo Nevano, e Antimo Belardo, 28enne di Sant’Antimo, furono arrestati un mese dopo il fatto per tentato omicidio, quindi rimessi in libertà e rinviati a giudizio solo per il reato di lesioni gravissime. A spuntarla sono state però le argomentazioni portate in aula dalla difesa dei tre imputati, rappresentata dall’avvocato Beatrice Salegna, la quale ha dimostrato la totale estraneità dei propri assistiti rispetto alla vicenda.
L’indagine difensiva ha in particolare messo in evidenza le discrepanze contenute nelle deposizioni iniziali della vittima, caratterizzate soprattutto nella prima fase dell’inchiesta da alcuni, determinanti “non ricordo”. Le immagini registrate da alcune telecamere di videosorveglianza e gli alibi, soprattutto nel caso di uno dei tre imputati, hanno poi dato la mazzata finale all’indagine. Davanti a un quadro probatorio così incerto e compromesso, il giudice di primo grado, al termine di una lunga camera di consiglio, ha dunque deciso di assolvere con formula piena i “sospettati”. Gli autori dell’agguato ai danni di Ferraiuolo non erano loro.
Grande delusione ovviamente per Gaetano Barbuto Ferraiuolo, che ieri con la mamma e le zie ha atteso la sentenza ad Aversa, sede del tribunale di Napoli Nord. «Mi hanno amputato le gambe una seconda volta ha dichiarato dopo la lettura del verdetto la giovane vittima alla fine nessuno pagherà per quello che ho subito. Non ci sono colpevoli. Sono sconvolto». Per il legale del giovane, Carlo De Stavola, ci sarebbero tutti gli elementi perché la Procura faccia appello. Nell’udienza del 10 marzo scorso c’era stato all’esterno del tribunale aversano un flash mob per chiedere giustizia per Gaetano.
Anche il deputato Francesco Emilio Borrelli (nella foto con la vittima) ha poi commentato la sentenza: «Ma se nessuno paga per reati orrendi come quelli fatti a Gaetano, per quale ragione dovremmo immaginare che la spirale criminale e violenta in cui viviamo debba fermarsi? Oggi c’è una vittima in più senza giustizia che piange». La lite, stando a quanto emerso dalle indagini, scoppiò per banali motivi di viabilità la sera del 20 settembre 2020 su corso Europa, nel comune di Sant’Antimo. Gaetano fu prima colpito alla testa con il calcio di una pistola, poi ferito alle gambe; contrasse quindi una grave infezione a causa della quale ha dovuto in seguito subire l’amputazione delle gambe e diversi altri interventi chirurgici tra Napoli e Bologna.
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