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Il babyras era pronto alla guerra, è caccia al "rampollo" dei Pesce

Il babyras era pronto alla guerra, è caccia al "rampollo" dei Pesce

NAPOLI. Antonio Gaetano sapeva di giocare col fuoco. Cosciente di essersi lanciato a capofitto in una situazione forse più grande di lui, aveva preso alcune precauzioni. Su tutte, quella di indossare un giubbotto antiproiettile che gli sarebbe stato utile, se non indispensabile, in caso di un’offensiva nemica. Il 19enne di via Escrivà, ultimo epicentro della faida di Pianura, la notte in cui è stato gravemente ferito in via Mergellina è stato però centrato da un proiettile alla nuca e proprio quel colpo giovedì mattina, dopo undici giorni di agonia, ne ha decretato la morte. Le indagini sul suo omicidio potrebbero però subire a breve l’accelerazione decisiva. Stando ad alcuni rumors investigativi, in queste ore i sospetti degli inquirenti si stanno concentrando su un altro giovanissimo: un ragazzo poco più che diciottenne, che da alcuni mesi si accompagna all’attuale reggente del clan Carillo-Perfetto: i nemici giurati del gruppo Esposito-Marsicano-Calone, di cui Antonio Gaetano aveva recentemente preso il controllo. Dopo l’ultima retata che l’estate scorsa ha decimato i due cartelli criminali impegnati nella faida, la reggenza dei clan - com’era del resto prevedibile - è dunque passata alle nuove leve: ragazzi giovanissimi, in alcuni persino minorenni, e soprattutto dal grilletto molto facile. Antonio Gaetano, noto nella zona di Pianura come “Plasmon” o “Biscotto”, aveva sostanzialmente sostituito il giovane ras Emanuele Marsicano e il suocero Carlo Esposito, entrambi catturati nella retata di luglio. Nel frattempo i Carillo-Perfetto, egemoni soprattutto nella zona di via Torricelli e del Cannavino, non sono rimasti a guardare. In questo caso il comando sarebbe stato preso dal figlio di uno storico esponente del clan Pesce-Marfella. Quest’ultimo, stando alle informazioni fin qui raccolte dagli investigatori che stanno lavorando al caso, è solito accompagnarsi da un manipolo di ragazzini armati fino ai denti: una paranza di cui farebbe parte - e questo potrebbe essere presto il punto di svolta nell’inchiesta - anche il giovanissimo sicario (parente di un ras che sta attualmente scontando l’ergastolo) che ha freddato il 19enne Gaetano a Mergellina. Lo stesso “Biscotto” sapeva comunque che la propria vita poteva essere a repentaglio. Alcune foto pubblicate ieri sui social dopo la sua morte lo mostrano infatti mentre, con lo sguardo deciso, indossa un giubbotto antiproiettile. Chi in quella notte maledetta ha fatto fuoco contro di lui era probabilmente al corrente di questa circostanza, tant’è che uno dei colpi di pistola esplosi dal killer è stato diretto alla nuca, dove il 19enne non avrebbe potuto avere in nessun caso alcun tipo di protezione. Gli inquirenti non escludono comunque del tutto il coinvolgimento nel delitto di un terzo gruppo: un’altra, ennesima paranza pronta a conquistare il controllo degli affare criminali a Pianura. Sullo sfondo, infatti, c’è ancora una volta il mercato dello spaccio di droga, il racket ai commercianti e, soprattutto, quello sui gadget del Napoli in vista della festa scudetto.

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