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Miano, l’ombra di un nuovo clan

Miano, l’ombra di un nuovo clan

Mirerebbe a sostituire quello retto dal ras Eduardo Franco Romano, arrestato a dicembre

NAPOLI. Un nuovo gruppo malavitoso si sarebbe affacciato a Miano, mirando a sostituirsi al clan retto dal ras Eduardo Franco Romano arrestato a dicembre scorso per estorsione con cinque complici. Lo dimostrerebbe la brillante operazione di polizia compiuta dal commissariato Scampia tra venerdì sera e ieri mattina, sequestrando nella zona del Don Guanella armi in perfetta efficienza e droga riconducibili presumibilmente secondo gli investigatori proprio al tentativo di sostituirsi all’associazione sgominata tre mesi fa. Si tratterebbe comunque sempre di personaggi già conosciuti sul territorio, con qualche innesto esterno. Andiamo con ordine. Venerdì sera i poliziotti della squadra giudiziaria del commissariato Scampia, dirigente Giuseppe Arpago, commissario Lorenzo Stabile, hanno effettuato un controllo presso uno stabile di via Oliviero Zuccarini in hanno trovato, nel vano ascensore, un fucile kalashnikov “Ak-47”, una pistola semiautomatica calibro 9x21, 32 cartucce di vario calibro, una busta con all’interno circa 97 grammi di marijuana, due buste e un involucro che conteneva complessivamente circa 50 grammi di cocaina e tre bilancini di precisione. Il sequestro è avvenuto all’isolato 62. Ieri mattina gli instancabili investigatori di Scampia hanno fatto il bis a circa 700 metri di distanza dal luogo del primo blitz, scoprendo che in un cespuglio era stata nascosta una mitraglietta modello “Mini-Uzi”. Il 30 dicembre scorso la polizia inferse un duro colpo alla camorra di Miano con un’indagine patita da una frase che avrebbe pronunciato uno degli indagati (da ritenere innocenti fino all’eventuale condanna definitiva): «noi stiamo facendo questa Pasqua e pure quell’altra là». Era Natale e i 7 esponenti del gruppo di “Abbasc Miano”, che ora controllava pure Miano di sopra”, volevano a metà dicembre scorso tutte e 3 le rate del “pizzo” per complessivi 1.500 euro. La vittima, titolare di un negozio di abbigliamento sportivo di Chiaiano, e i due fratelli però non hanno ceduto: così, dopo indagini a tempo di record della polizia coordinate dalla Dda, scattò il fermo. In carcere finirono il 52enne Eduardo Franco Romano, suocero del ras detenuto Matteo Balzano; Cristian Celentano di 28 anni; Maurizio Aceto, 26enne; il cugino Antonio Aceto 21enne; Luciano Carbone, di 26 anni, zio di Salvatore Scarpellini; Giovanni Castiello, 31enne, e Salvatore Maggiore, da poco maggiorenne. Tutti indagati per estorsione e tentata estorsione commessi da settembre 2022 a dicembre. Le indagini erano condotte con successo dai poliziotti della sezione “Catturandi” della Squadra mobile della Questura, dirigente Alfredo Fabbrocini, vicequestore Marika Viscovo, e dai colleghi della squadra giudiziaria del commissariato Scampia, dirigente Bruno Mandato e commissario Lorenzo Stabile. Investigatori esperti che già monitoravano il gruppetto, erede diretto del clan Balzano, e stavano attenti a ogni mossa in chiave antiracket soprattutto in questo periodo.

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