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«Mergellina terra di conquista dei clan nel fine settimana»

«Mergellina terra di conquista dei clan nel fine settimana»

NAPOLI. A Mergellina è in corso da tempo una sorta di guerra per il controllo del territorio durante il fine settimana da parte di gruppi di giovani di quartieri di periferia, collegati direttamente o indirettamente a clan di camorra. Ecco in sintesi la valutazione del gip sulla pericolosità della situazione nella zona del lungomare nelle ore notturne della movida. Come ha dimostrato la tragica vicenda di Francesco Pio Mamone, vittima innocente delle conseguenze di una lite per un paio di scarpe macchiate tra un giovane appartenente a una famiglia vicina agli Aprea di Barra e un coetaneo del Rione Traiano già noto anch’egli alle forze dell’ordine. «Giovani appartenenti a famiglie di camorra si incontrano, armati, in territorio neutrale ed assumono atteggiamenti spavaldi e di prevaricazione nei confronti di altri gruppi pronti a raccogliere la sfida lanciata anche per futili motivi», scrive il gip Maria Luisa Miranda nell’ordinanza di custodia cautelare emessa nei confronti di Francesco Pio Valda. «Il modus operandi adottato nel conflitto che ne scaturisce, armato, è tipico delle organizzazioni camorristiche che al fine di perseguire scopi criminali, commettono delitti avvalendosi della forza intimidatrice derivante dal vincolo associativo, realizzando le loro condotte sanguinarie in contesti in cui il rischio di coinvolgere persone innocenti viene posto in secondo ordine rispetto ai proponimenti delle medesime organizzazioni. Le indagini - conclude il giudice per le indagini preliminari - danno atto della presenza a Mergellina di almeno due gruppi, ciascuno composto da numerosi soggetti e dotato di armi». Vittima e presunto assassino hanno lo stesso nome di battesimo, ma non si conoscevano e forse non si erano mai visti pur frequentando Mergellina nei fine settimana. Mondi diverse e vite diverse: quella del 18enne, che sognava di aprire una rosticceria con la sorella e lavorava come rider per un pub di Pianura, si è spenta solo perché si trovava nel posto sbagliato al momento sbagliato; quello del 20enne, invece, è il profilo di chi ha già avuto problemi con la giustizia nonostante la giovane età. Su Facebook campeggia una frase che è tutta un programma: «Meglio la fame che il disonore». E poi un’altra che dimostra l’affetto per il padre Ciro detto “Macchiulella”, ucciso in un agguato nel 2013: «Papà unico amore». Francesco Pio Valda, a dimostrazione del piglio da duro, anche davanti al pm non ha mostrato segni di cedimento. Si è avvalso della difficoltà di non rispondere e mai, nelle risposte informali che ha dato agli investigatori in questura, ha ammesso di aver sparato a Francesco Pio Maimone, i cui funerali si sono svolti l’altroieri a Pianura tra rabbia e commozione.

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