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Rione Sanità, maxicondanna per “’o francese”

Rione Sanità, maxicondanna per “’o francese”

NAPOLI. È un caso più unico che raro quello di Vincenzo Esposito “’o francese”, napoletano del Rione Sanità, considerato il re dei travestimenti e dei colpi in banca. È stato arrestato l’altro giorno per le conseguenze di una condanna record: ben 25 anni e 4 mesi di reclusione per associazione per delinquere finalizzata alle rapine e detenzione di armi (sempre a scopo di minaccia e non per ferire). Tant’è vero che il 58enne non è mai finito nel mirino delle forze dell’ordine per reati di sangue e non è ritenuto legato alla camorra. In passato era vicino al gruppo degli Stolder specializzato nel penetrare in istituti di credito o uffici postali, ma non come organico al clan. La notizia dunque, oltre che nell’arresto dopo un mese e mezzo di latitanza, sta nella lunghezza del residuo (si fa per dire) di pena da scontare, frutto del cumulo di più di una condanna. Effettivamente entrare in carcere con la prospettiva di restarvi più di 25 anni, tranne sconti finali e benefici vari, è choccante. Cosicché non è apparso strano agli investigatori della polizia non trovare a casa Vincenzo Esposito “’ francese” quando hanno bussato alla porta della sua abitazione, il 15 febbraio scorso. Il più geniale tra i rapinatori napoletani era ai domiciliari e non aveva nessuna voglia di tornare dietro le sbarre per uscirvi chissà quando. Sono stati i poliziotti della sezione “Antirapina” della Squadra mobile di Napoli, dirigente Alfredo Fabbrocini, vicequestore Antonio Serpico, a rintracciare e arrestare Vincenzo Esposito notificandogli il provvedimento restrittivo. La condanna gli deriva soprattutto dalle rapine, anche in forma associativa e dal possesso di armi, ma non è finita: è ancora pendente nei suoi confronti il procedimento penale scaturito dal clamoroso furto nella Basilica di San Domenico Maggiore della copia del “Salvator Mundi”, anch’essa di valore. Per quel dipinto lui e i complici avrebbero chiesto aiuto a Maria Licciardi per piazzarlo sul mercato nero e guadagnare il più possibile, ma la ras di Secondigliano non ne fece nulla.

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