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28 Marzo 2023 - 09:51
Vent’anni di carcere a testa ai ras Manganiello, Imperatore e Celentano
NAPOLI. Nuovo assedio giudiziario al clan Marino di Secondigliano. Il processo di primo grado che ha portato alla sbarra alcuni tra gli ultimi ras e affiliati della cosca con base nelle Case Celesti si è concluso ieri mattina con un verdetto piuttosto severo: dieci condanne, per un totale di quasi un secolo e mezzo di reclusione. Il gup Carbone, in particolare, ha deciso di non fare sconti ai presunti capi dell’organizzazione, che hanno così rimediato vent’anni di carcere a testa.
Pene meno consistenti, invece, per gli imputati che l’accusa aveva inquadrato come i gestori delle piazze di spaccio: in questo caso le condanne inflitte sono state quasi dimezzate rispetto alle richieste del pm. Questo dunque il verdetto pronunciato ieri mattina dal giudice Carbone al termine del processo celebrato con la formula del rito abbreviato: Roberto Manganiello, 20 anni di reclusione; Maddalena Imperatore (moglie di Manganiello), 20 anni; Lorenzo Celentano, 20 anni; Mariano Isaia, 14 anni; Luigi Cioffi, difeso dall’avvocato Rocco Maria Spina, 9 anni a fronte di una richiesta di 20 anni; Gaetano Magro, 14 anni; Salvatore Sanges, 9 anni; Mario Attrice, 10 anni; Raffaele Barretta, difeso dall’avvocato Domenico Dello Iacono, 8 anni a fronte di una richiesta di 12 anni; Ciro Celentano, 4 anni. Del collegio difensivo facevano parte, tra gli altri, anche gli avvocati Carlo Ercolino e Giuseppe Ricciulli. Le motivazioni della sentenza saranno depositate entro 90 giorni. Schiacciati dai pentimenti eccellenti e da una sfilza di intercettazioni, i nuovi ras della mala secondiglianese erano nuovamente finiti all’angolo con il blitz messo a segno nell’ottobre 2021. A finire nel mirino degli inquirenti era stato così ancora una volta il temibile clan Marino.
Dieci gli arresti disposti, di cui nove eseguiti, e ben trentadue gli indagati. Tra questi ultimi anche alcuni nomi ormai noti della cronaca partenopea: su tutti quelli di Immacolata Rispoli, nota come “Tina”, vedova del defunto boss Gaetano Marino “moncherino”, poi uscita però dall’inchiesta. Tra i destinatari della misura di custodia cautelare in carcere spiccava Roberto Manganiello, storico reggente delle Case Celesti recentemente dissociatosi dai suoi trascorsi di malavitoso. L’attività investigativa svolta dalla polizia di Stato si era inizialmente focalizzata su due individui che, nel quartiere Secondigliano, a bordo di uno scooter, avevano tentato di rapinare una donna del Rolex.
Le indagini hanno in seguito permesso di raccogliere indizi circa l’esistenza di due diversi gruppi, operativi nelle zone di Cappella a Pontenuovo, alle Case Nuove e a Gianturco, dediti alla vendita di sostanze stupefacenti, e hanno consentito agli investigatori di arrestare in flagranza di reato alcuni dei pusher e sequestrare diversi quantitativi di droga. Ma le accuse principali erano quelle di associazione mafiosa e traffico di droga. Della prima rispondevano Manganiello, la moglie Maddalena, Lorenzo Celentano, Mariano Isaia, Luigi Cioffi, Gaetano Magro, Crescenzo Marino, Mario Attrice, Tina Rispoli, Salvatore Sanges, Raffaele Barretta, Francesco Montemurro e Marco Scagione.
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