Cerca

Napoli, preso il bombarolo anarchico

Napoli, preso il bombarolo anarchico

NAPOLI. Ha studiato sui manuali del terrorismo islamico, in particolare sul materiale contenuto in un file dal titolo “The mujahideen explosives handbook”, imparando bene le lezioni e mettendole in pratica nell’attentato al consolato onorario greco il 4 marzo 2021 insieme a un complice. Ma Marco Marino, 30enne di Pozzuoli anarchico insurrezionalista legato alla galassia partenopea, non è stato abbastanza attento nel cercare di evitare di essere identificato. Ben venti telecamere lo hanno inquadrato (ferma restando per lui la presunzione d’innocenza fino all’eventuale condanna definitiva) lungo il percorso da Pozzuoli, dove abita, al palazzo in corso Vittorio Emanuele 86 in cui ha sede la rappresentanza ellenica. Nella sua abitazione la Digos ha poi trovato, più di un anno dopo, abiti compatibili con quelli indossati e ripresi dalle immagini: felpa bordeaux, giubbotto nero, cappellino blu, pantaloni e zaino neri. Mentre nello smartphone usato c’erano video con tecniche di guerriglia urbana, sabotaggi e difesa personale. Le indagini della Digos della questura di Napoli (dirigente Bocelli), coordinate dalla procura, hanno portato all’alba di ieri all’arresto del 30enne anarchico, appassionato di armi e della lotta armata, molto impegnato nelle lotte contro il regime carcerario in mezza Europa e in particolare in Grecia. Nel 2019 insieme alla compagna (estranea all’inchiesta) è stato visto ad Atene per partecipare a una manifestazione così come a Napoli davanti al carcere di Poggioreale e a Roma fuori al ministero della Giustizia. Gli investigatori sono risaliti a lui attraverso la conoscenza dell’ambiente frequentato e poi gli hanno stretto il cerchio intorno con l’analisi delle celle telefoniche. In un orario compatibile con l’attentato era in viale Dohrn, da dove ha effettuato una chiamata, per poi silenziare il cellulare fino a quando è tornato a casa, a Pozzuoli. Sul complice le investigazioni sarebbero a buon punto. Quella sera in corso Vittorio Emanuele Marco Marino e l’altro anarchico lanciarono un ordigno di tipo improvvisato e di illegale fabbricazione composto da un artificio pirotecnico chiamato “Rambo”, assemblato, con la carta gommata, a una bomboletta spray di deodorante che causò davanti al consolato greco conseguenze sia dirompenti che incendiarie. Per gli inquirenti deve rispondere anche dell’aggravante «di aver agito per finalità di terrorismo ed eversione dell’ordine democratico ed in particolare allo scopo di destabilizzare le istituzioni della Grecia e di costringere le stesse a modificare od astenersi con riferimento a decisioni attinenti al trattamento carcerario dei soggetti condannati per delitti in materia di terrorismo». L’attentato, sebbene mai rivendicato, apparve subito riconducibile alla galassia anarco-insurrezionalista per le modalità di svolgimento, il tipo di ordigno e per l’esistenza, in quel periodo, di una campagna di solidarietà internazionale nei confronti di Dimitris Koufondinas, ex membro del sodalizio terroristico greco “17 novembre”, che ha intrapreso la protesta dello sciopero della fame in un carcere greco.

Commenta scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Il Roma

Caratteri rimanenti: 400

Logo Federazione Italiana Liberi Editori