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Racket al cantiere, condannati i tre aguzzini

Racket al cantiere, condannati i tre aguzzini

Pizzo per i “compagni di Acerra”: Volpicelli incassa 3 anni e 8 mesi, Tedesco e Carofaro 4 anni e 4 mesi a testa

NAPOLI. In piena estate avevano tentato di imporre una tangente estorsiva ai danni di un cantiere edile per conto dei “compagni di Acerra”. Gennaro Tedesco, Vincenzo Carofaro e Massimiliano Volpicelli non avevano però fatto i conti con il coraggio dei titolari della ditta, che senza esitazione si sono rivolti ai carabinieri facendoli arrestate. Per i tre presunti aguzzini si profilava una sonora stangata giudiziaria, ma il processo di primo grado che li ha visti alla sbarra si è concluso con delle condanne non del tutto all’altezza delle aspettative della Procura.

Volpicelli, difeso dall’avvocato Rocco Maria Spina, ha rimediato 3 anni e 8 mesi, mentre Tedesco, difeso da Sabato Graziano, e Carofaro se la sono cavata con 4 anni e 4 mesi a testa. Un verdetto, quello del gip del tribunale di Napoli, con pene quasi dimezzata rispetto a quanto invocato dal pm Visone in sede di requisitoria: la pubblica accusa aveva infatti chiesto 5 anni e 8 mesi di carcere per Volpicelli e 6 anni e 4 mesi per gli altri due imputati.

Circostanza tutt’altro che trascurabile: Volpicelli è stato inquadrato dagli inquirenti come uno dei fedelissimi del presunto capozona Giuseppe Angelino e sulla sua testa pendevano anche le accuse del neo pentito Antonio Cocci, il quale l’ha descritto come uno specialista del racket a Caivano e zone limitrofe. L’estorsione che ha portato il trio a processo ha infatti fatto emergere un nuovo patto tra le organizzazioni malavitose del Parco Verde e quelle di Acerra.

Gli accertamenti dei militari dell’Arma erano partiti in seguito alla denuncia presentata dagli operai del cantiere, allestito per la ristrutturazione di un edificio di via dei Normanni, ad Acerra: tre persone, avevano riferito, si erano presentate mentre erano al lavoro e avevano minacciato i presenti perché riportassero al titolare della Elgi Costruzioni Srl che, se avesse voluto continuare, avrebbe dovuto pagare. La somma non era stata precisata, probabilmente sarebbe stata quantificata nel corso di un successivo incontro che, viste le indagini e la reazione delle vittime, non c’è però stato. Le vittime non hanno però esitato a denunciare all’accaduto e dopo poco per i tre presunti aguzzini sono scattate le manette.

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