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09 Aprile 2023 - 10:36
Fu condannato per sei omicidi, fine pena per Egidio Annunziata: libero dopo oltre vent’anni di detenzione. Rischio faida con i Mazzarella
NAPOLI. Dopo oltre vent’anni di ininterrotta detenzione, il suo debito con la giustizia è stato ormai del tutto saldato. Egidio Annunziata, storico boss del clan Contini condannato per diversi, gravissimi fatti di sangue, è appena tornato a essere un uomo libero. La sua scarcerazione è avvenuta pochi giorni fa e la notizia ha subito innescato non poche fibrillazioni negli ambienti criminali del centro storico di Napoli: ritrovando uno dei suoi principali leader, la potente cosca con base tra il rione Amicizia, l’Arenaccia e il Vasto potrebbe infatti decidere di riaccendere le ostilità, del resto mai del tutto sopite, che da tempo immemore ne caratterizzano i rapporti con i Mazzarella. Nulla toglie che dopo tanto tempo trascorso in carcere Egidio Annunziata potrebbe anche aver deciso di archiviare i suoi trascorsi malavitosi e cambiare vita. Ma il suo curriculum criminale resta ancora oggi di assoluto spessore e questo lo sanno bene soprattutto gli inquirenti dell’Antimafia e le forze dell’ordine impegnate nel contrasto allo strapotere dell’Alleanza di Secondigliano, federazione camorristica di cui i Contini rappresentano la punta di diamante. Annunziata, oggi 62enne, era stato condannato complessivamente a 30 anni di reclusione: di questi ne ha però scontati “solo” ventidue per liberazione anticipata. Già da dieci anni il ras aveva comunque lasciato il 41-bis, segno che gli inquirenti ne hanno forse ridimensionato l’attuale spessore criminale. Di Egidio Annunziata si era tornati a parlare nel 2018, quando, difeso dall’avvocato Claudio Davino, ottenne una clamorosa assoluzione per gli omicidi dei Riera, padre e figlio, e di Mario Botta. Il ras del rione Amicizia, secondo la ricostruzione degli inquirenti, nel 1998, periodo clou della faida tra l’Alleanza di Secondigliano e i Mazzarella, agiva da regista e organizzatore di delitti. Nell’ordinanza di custodia cautelare che lo mandò in carcere si faceva riferimento più volte al ruolo preminente di Annunziata, arrestato all’inizio del ’98 al Brennero per un reato minore e destinatario, mentre era già dietro le sbarre, di altri due provvedimenti restrittivi. Inizialmente era accusato di sei omicidi, tra i quali quello clamoroso di Francesco Mazzarella (padre dei tre fratelli boss Ciro, Gennaro e Vincenzo), assassinato davanti al carcere di Poggioreale. Per i magistrati il prestigio criminale dell’allora 38enne era ulteriormente cresciuto fino al boss Eduardo Contini nei rapporti con gli alleati. Un ruolo favorito sia dal rapporto con “’o romano” che per l’antico legame con Francesco Mallardo. Egidio Annunziata, infatti, è nato come “’o guaglione ’e Ciccio Mallardo” e per questo le due organizzazioni alleate lo scelsero come unico rappresentante. A mettere nei guai il ras fu anche il pentito Antonio Guardigli, un fratello del quale fu ucciso durante la guerra di camorra tra l’Alleanza e i Mazzarella. Per la Procura Annunziata ebbe un ruolo nei delitti di Nunzio Mele, Sergio Annunziata, Martin Aceski, Francesco Mazzarella, Enrico Figliolini e Carmine Zimbello.
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