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Autonomia, Anci Campania in rivolta

Autonomia, Anci Campania in rivolta

NAPOLI. I consigli comunali e gli amministratori locali scendono in campo contro il disegno di legge sull’autonomia differenziata del ministro per gli Affari regionali, Roberto Calderoli. Dopo l’approvazione all’unanimità, da parte dei sindaci, del documento del direttivo della Campania contenente forti preoccupazioni sul regionalismo differenziato, e la proposta dell’Anci nazionale con valutazioni critiche sulla riforma, dall’Anci Campania arriva un appello a nuova fase della mobilitazione. E arriva la richiesta ai 550 consigli comunali della regione, «pur nelle diverse sensibilità e nella più totale autonomia, di approvare un documento in cui viene ribadita la necessità di tutelare l'unità giuridica ed economica dell'Italia e di assicurare i livelli essenziali delle prestazioni che devono essere garantiti i cittadini su tutto il territorio nazionale». Inoltre, si invitano i Consigli a dare vita «a un approfondito dibattito pubblico nell’Assise e approvare una mozione di indirizzo che prenda le distanze dal progetto del ministro Calderoli». Il documento sarà trasmesso successivamente al Presidente della Repubblica, ai vertici di Camera e Senato, alla premier e ai presidenti di Anci nazionale e Campania. «Il ddl Calderoli, come riportato nel nostro documento regionale, non ci convince affatto - evidenzia il numero uno dell’Anci Campania, e sindaco di Caserta, Carlo Marino - perché non fa altro che cristallizzare le disparità tra il Nord e il Sud, contravvenendo al principio della solidarietà che è alla base della convivenza civile e democratica, tutelata dalla nostra Costituzione. Per questo motivo, con le mozioni dei consigli comunali chiederemo che, prima di ogni intesa con le singole regioni, vengano obbligatoriamente definiti i Lep, i costi, i fabbisogni standard e i fondi perequativi, senza i quali non è possibile stabilire le risorse necessarie a finanziare le prestazioni sulla base del principio di uguaglianza». Secondo Marino, inoltre, «è davvero sconcertante concentrare tanti poteri nelle mani delle Regioni, a scapito dei Comuni, creando un farraginoso sistema istituzionale in cui non sono né chiare le responsabilità né il livello di coordinamento con le diverse articolazioni dello Stato». Intanto, al Comune di Caserta è stata depositata, e sarà discussa nelle prossime riunioni del Consiglio, una mozione d’indirizzo che si oppone al ddl Calderoli firmata dai capigruppo di maggioranza. In caso di approvazione, sarà chiesto un confronto anche con sindacati, associazioni, enti locali, con particolare riferimento ai Comuni, che devono essere coinvolti nel tavolo istituzionale Stato-Regioni, affinché prima di ogni intesa con le singole Regioni, vengano obbligatoriamente definiti i livelli essenziali delle prestazioni, i costi, i fabbisogni standard e i fondi perequativi, senza i quali, si legge in una nota, «non è possibile stabilire le risorse necessarie a finanziare le prestazioni sulla base del principio di uguaglianza». Il sindaco Marino è chiaro: «Ci opponiamo con tutte le nostre forze a un provvedimento che non fa altro che aumentare le disparità tra il Nord e il Sud».

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