Racket nel Porto, stangata alla super cosca

NAPOLI. Racket in via Marina e al Porto di Napoli, dalla Corte di Cassazione arriva l’ultima tegola per il super clan che ha tenuto sotto scacco un’intera città. I giudici di piazza Cavour hanno confermato le condanne inflitte in appello ai presunti ras e gregari dei gruppi Montescuro, D’Amico-Mazzarella, Aprea e Reale. Pene da rideterminare soltanto per Gennaro Tarascio, difeso dall’avvocato Leopoldo Perone, e Mario Reale, difeso invece dall’avvocato Mauro Zollo: per entrambi la Corte d’appello sarà dunque chiamata a un nuovo pronunciamento. Stralciata invece la posizione del boss Carmine Montescuro, deceduto pochi mesi fa. Il processo di secondo grado si era comunque concluso alcune importanti riduzioni di pena per Gennaro Aprea (nella foto a sinistra) “’o nonno”, 8 anni di reclusione; Nino Argano, 13 anni e 4 mesi; Francesco Luca Caldarelli, 8 anni; Vincenzo Ciriello, 8 anni; Sergio Grassia, 3 anni e 1 mesi; Antonio Marigliano, 3 anni e 1 mese; Vincenzo Milone, 9 anni; Antonio Montescuro, 5 anni e 8 mesi; Carmine Montescuro, 10 anni e 8 mesi; Raffaele Oliviero, 3 anni e 1 mese; Salvatore Riccardi, 7 anni e 4 mesi; Gennaro Rinaldi, 3 anni e 1 mese; Gennaro Tarascio, 7 anni e 4 mesi. Le pene inflitte agli altri imputati erano state invece confermate. Nel rito abbreviato Carmine Montescuro e Nino Argano avevano incasso rispettivamente 14 anni e 15 anni e 8 mesi di reclusione. Di seguito ecco le pene inflitte invece agli altri imputati: Gennaro Aprea, 10 anni di reclusione a fronte di una richiesta del pm di 15; Salvatore Riccardi, 9 anni; Stanislao Marigliano, 4 anni e 2 mesi; Antonio Marigliano, 6 anni; Giuseppe Cozzolino, 6 anni; Raffaele Oliviero, 6 anni; Mario Reale, 6 anni; Salvatore D’Amico (nella foto a destra), 5 anni; Sergio Grassia, 6 anni; Francesco Luca Caldarelli, 10 anni; Vincenzo Ciriello, 10 anni; Vincenzo Milone, 11 anni; Antonio Montescuro, 11 anni; Gennaro Tarascio, 9 anni; Gennaro Rinaldi, 6 anni; Carlo Dario, 5 anni.