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14 Aprile 2023 - 11:02
Narcotraffico tra Portici e Napoli, esclusa l’aggravante mafiosa: il reato è prescritto. Salvi il ras Piccirillo e soci
NAPOLI. Traffico di droga sull’asse Portici-Napoli, l’inchiesta che ha portato alla sbarra, tra gli altri, il ras della Torretta Rosario Piccirillo “’o biondo” si conclude in clamoroso nulla di fatto. Nonostante la raffica di intercettazioni ambientali e telefoniche che sembravano inchiodarlo al ruolo di garante del pagamento per una grossa partita di stupefacente diretta alle basi di spaccio della riviera di Chiaia, il ras è stato scagionato da ogni accusa.
Determinanti ai fini del verdetto le argomentazioni difensive portate in aula dal suo legale, l’avvocato Paolo Gallina, il quale ha dimostrato che dalle indagini non era in alcun modo emersa la finalità mafiosa del presunto narcotraffico: in sostanza, non era possibile accertare che quella droga sarebbe dovuta servire ad agevolare le attività del clan Piccirillo. Escluso l’articolo 416bis, è dunque rimasta in piedi la sola accusa di spaccio, per la quale il giudice Baldassarre ha dichiarato la sopravvenuta prescrizione: il reato risaliva infatti all’ormai lontano 2013. Eppure le premesse della vigilia erano ben diverse. L’inchiesta coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia aveva svelato l’esistenza di un’intensa attività di spaccio di droga tra Portici, sponda clan Vollaro, e alcuni clan napoletani, tra cui quello diretto dal ras Piccirillo. Già nel corso dell’udienza preliminare il difensore Gallina aveva però ottenuto dal gip l’esclusione dell’aggravante mafiosa e a quel punto la strada verso una possibile sentenza di condanna si è fatta tutta in salita.
Quello che ne è scaturito è stato un clamoroso buco nell’acqua. Il giudice Baldassarre ha infatti dichiarato non luogo a procedere perché, esclusa l’aggravante mafiosa, i reati sono estinti per intervenuta prescrizione nei confronti di Rosario Piccirillo, Marco Estatico e Angelo Bini. Il gip ha poi dichiarato non luogo a procedere per non aver commesso il fatto nei confronti di Paolo Scafo, Eduardo Marino, Giuseppe Langellotti, Marco Estatico, Angelo Bini, Enzo Zobel, Nicola Savarese e Domenico Improta.
L’ultima volta in cui il nome di Rosario Piccirillo è balzato alla ribalta della cronaca risaliva al gennaio 2022, quando il ras è tornato nuovamente dietro le sbarre. La condanna per associazione mafiosa era infatti diventata definitiva e, dopo il precedente verdetto della Cassazione, per il boss della Torretta di Chiaia si sono riaperte le porte del carcere. Rosario Piccirillo, alias “’o biondo”, si era presentato spontaneamente a Secondigliano. I reati per i quali è stato condannato risalgono alla fine degli anni Novanta, ma la giustizia, seppur lentamente, ha comunque fatto il proprio corso e alla fine per lo storico capozona ecco che è arrivata la nuova tegola.
Piccirillo, volto molto noto della criminalità organizzata di Chiaia e dintorni, aveva fatto parlare di sé già l’estate prima, quando era tornato nuovamente a Napoli dopo un periodo trascorso nel Casertano. “’O biondo”, ritenuto uno dei più carismatici e temibili personaggi della mala organizzata del centro storico di Napoli, sta attualmente scontando un residuo di pena di circa 8 anni. La condanna complessiva era stata invece a 14 anni di reclusione per mafia.
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