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15 Aprile 2023 - 11:56
NAPOLI. Agenzia di scommesse nel mirino del clan Lepre, la linea della Procura regge e per gli ultimi reggenti del gruppo di mala del Cavone di piazza Dante arrivano cinque condanne in primo grado. Il gip Sepe, al termine del rito abbreviato, ha infatti sostanzialmente accolto l’impianto accusatorio, infliggendo ai presunti aguzzini quasi trent’anni di carcere. In sede di requisitoria il pubblico ministero Mozzillo aveva chiesto 8 anni e 4 mesi di reclusione a testa per Salvatore Cianciulli (nella foto a sinistra) e Gianluca Testa (nella foto a destra), 6 anni a testa per Francesco Lepre e Salvatore Festa, e 4 anni e 4 mesi per Emanuele Testa. Salvatore Cianciulli “Masaniello”, imparentato con i Lepre, e Gianluca Testa “’o fagiano” sono ritenuti attualmente il numero uno e il vice dello storico clan del Cavone fondato dal defunto boss Ciro Lepre “’o sceriffo”. A puntare il dito contro di loro è stato il titolare di un’agenzia di scommesse sotto scacco dal 2010, il quale ha raccontato di essere stato invitato perentoriamente a presentarsi al cospetto di “Masaniello”, nel cui appartamento ha trovato armato di pistola anche Gianluca Testa. Se non avesse voluto problemi nell’attività lavorativa avrebbe dovuto consegnare 30mila euro di “pizzo” e alle sue rimostranze, il ras gli avrebbe mollato un ceffone. Così, arrabbiato e al tempo stesso intimorito, si è recato in questura e ha denunciato l’accaduto scoperchiando il vaso di Pandora relativo alle estorsioni subite nel corso degli anni. Con Cianciulli e Gianluca Testa sono imputati il figlio di quest’ultimo, Emanuele, Francesco Lepre “’o figlio do sceriffo”, e Salvatore Festa “’o kikk”. Tutti e cinque rappresenterebbero una parte consistente del clan Lepre, di cui alcuni affiliati vengono nominati in un’intercettazione ambientale a casa di un emergente dei Quartieri Spagnoli: Ciro Minieri. Proprio quest’ultimo, in contrasto in quel periodo con i giovani del Cavone, indicava ai suoi soci di malavita i possibili bersagli.
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