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17 Aprile 2023 - 08:36
Un unico filo rosso sangue unirebbe l’omicidio di Rocco Tomaselli, il 26 gennaio scorso alle Case Nuove, e quello di Bruno Solla il 4 marzo. Entrambi potrebbero rientrare nella guerra tra l’Alleanza di Secondigliano e i Mazzarella: le due vittime, che secondo alcuni investigatori si conoscevano anche se non si frequentavano, militavano su fronti opposti. Così, il secondo delitto sarebbe la risposta al primo. Un’ipotesi clamorosa che spingerebbe le indagini, se questa tesi ancora acerba dovesse trovare conferme, verso una nuova fase dell’allargamento dello storico conflitto tra i due blocchi camorristici. Il movente sarebbe duplice: il controllo dei traffici di droga nella zona del Mercato, passato di mano negli ultimi mesi, insieme alla divisione non più netta dei confini di competenza tra i clan. Rocco Tomaselli era legato ai Mazzarella e la pista più battuta finora condurrebbe a un’epurazione per vicende interne all’organizzazione criminale. Bruno Solla invece era considerato vicino ai De Luca Bossa, clan alleato dei Rinaldi di San Giovanni a Teduccio (storici nemici dei Mazzarella) a loro volta vicini ai Contini e quindi all’Alleanza di Secondigliano. Per l’agguato a “Tatabill”, il soprannome di Solla, gli investigatori hanno immediatamente pensato alla longa manus dei De Micco, i “Bodo” che guarda caso hanno ottimi rapporti con i vicini di quartiere Mazzarella. Abbastanza per far scattare l’allarme tra gli inquirenti alla Dda, che da anni riconducono la maggior parte degli omicidi avvenuti a Napoli alla contrapposizione tra i due assi di camorra. In attesa di sviluppi, le indagini sulla morte violenta di Rocco Tomaselli e Bruno Solla avanzano separatamente. Su Bruno Solla gli accertamenti sono partiti, oltre che dalla conoscenza delle dinamiche sul territorio, dall’esplosione di fuochi d’artificio nella zona controllata dai De Micco poche ore dopo l’agguato. È accaduto spesso nelle vicende di camorra e spesso rappresenta una firma sotto al delitto. Mentre invece per l’altro episodio di angue nessun evento particolare ha caratterizzato le ore successive. Bruno Solla era salito alla ribalta della cronaca nel 2021 quando nell’arco di tre giorni fu arrestato e scarcerato per resistenza a pubblico ufficiale, con l’aggravante di aver compiuto una fuga che poteva rivelarsi pericolosa per altri motociclisti e automobilisti, e inosservanza alle prescrizioni della sorveglianza speciale. Per il primo reato il gip convalidò l’arresto, per il secondo “Tatabill” restò indagato ma a piede libero. Il gruppo Solla di Ponticelli, ritenuto legato ai Sarno quando quest’ultimo era l’unico clan, è conosciutissimo dalle forze dell’ordine che si occupano della malavita del quartiere. Negli ultimi anni Salvatore, così come anche Bruno, si era avvicinato ai De Luca Bossa e i “Bodo” decisero di ammazzarlo in via Decio Mura perchè si era rifiutato di pagare il “pizzo” ai De Micco per continuare a svolgere attività illecite. Un omicidio per il quale furono arrestate 5 persone legate proprio ai “Bodo”.
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