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Ucciso per errore, i familiari rifiutano il risarcimento

Ucciso per errore, i familiari rifiutano il risarcimento

NAPOLI. Ucciso e sciolto nell'acido dalla camorra per errore. I familiari rifiutano il risarcimento in denaro e beni dei clan. Giulio Giaccio fu sequestrato da finti poliziotti, ucciso da killer del clan Polverino e sciolto nell’acido a Napoli nel 2000. Aveva 26 anni. Giaccio fu ammazzato per un errore di persona. Gli assassini volevano vendicare un torto subito da un boss detenuto. E mentre si attende la prima udienza del processo i due imputati hanno scritto ai giudici e alla famiglia per un’offerta risarcitoria. Tre assegni e due beni immobili da considerare «a titolo di integrale risarcimento del danno materiale patito». Il totale dei liquidi ammonta a 30 mila euro, il valore degli immobili a 120 mila. Ma la famiglia di Giaccio ha detto di no.

«Chi giustifica o addirittura solidarizza con i clan della camorra non dimentichi mai le storie come quella di Giulio Giaccio ammazzato e sciolto nell'acido per un errore di persona da parte del clan Polverino. Onore e rispetto per la famiglia di questo ragazzo che viveva onestamente e che ha rifiutato il risarcimento dei camorristi. L'unico vero risarcimento è una condanna durissima all'ergastolo per chi ha ucciso senza pietà l'ennesimo innocente. Che questa vicenda sia di esempio per tutti» dichiara il deputato dell'alleanza Verdi- Sinistra Francesco Emilio Borrelli.

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