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Voragine a Secondigliano, gli sfollati: «Vogliamo tornare a casa»

Voragine a Secondigliano, gli sfollati: «Vogliamo tornare a casa»

NAPOLI. Un’unica richiesta, frutto anche dello stress accumulato in 48 ore: il rientro a casa al più presto. «Siamo stanchi, si velocizzino i lavori di riparazione» è il coro unanime. I componenti delle 20 famiglie dei civici 58 e 62 di via del Cassano a Secondigliano, nell’area conosciuta come Perrone sgomberate domenica a causa della voragine di 200 metri quadrati di superfice e otto metri di profondità apertasi dopo le intense piogge del weekend con la rottura delle condutture idriche e dei sottoservizi, sono esausti. Il loro timore, simile a quello dei commercianti, è che passino delle settimane prima di tornare tra le mura domestiche. «Mica possiamo chiedere a lungo ai parenti di ospitarci. Io mi sono arrangiata, senza in realtà dormire ma passando tutta la notte a fumare, su una sedia a casa di mia suocera qui nei dintorni che ha condiviso il letto con mia figlia», afferma Anna aggiungendo un dettaglio non da poco. «Sono malata di cuore, ho aspettato un’intera giornata per prendermi i farmaci salvavita dalla casa che sono stata costretta a lasciare. Se non prendo le gocce rischio di svenire e andare all’ospedale. Inoltre, anche mia suocera è invalida e costretta a letto. Non posso continuare così». Anche altri possono contare sui parenti, ma molti chilometri di distanza. È il caso di un’altra residente del civico 62 pure lei di nome Anna, sposata con due figli di 16 e 3 anni. «Non posso trasportare ogni giorno mia figlia, che deve prendere gli antistaminici notte e giorno per un’allergia, da mia suocera da Poggioreale a Secondigliano dove frequenta la scuola. Ci hanno proposto di andare a dormire nella sede della Municipalità a San Pietro a Patierno ma non è dignitosa per una famiglia di 4 persone». La richiesta di compromesso arrivata è quella di un trasferimento temporaneo a qualche struttura ricettiva di Secondigliano o San Pietro a Patierno. In realtà c’è chi ha scelto tale opzione, seppur nella non vicinissima area di piazza Garibaldi. «Ci è costata 50 euro la stanza in un hotel a me e ai miei genitori, ma non possiamo pagarla per più giorni» afferma Luigi anche lui residente al civico 62. «È dura stare fuori casa e costringere i parenti a tenerci da loro», riflette Filippo. Patrizia, madre di tre figlie di 16, 10 e 9 anni, ha il viso stanco. «La scorsa notte ho dormito da mia mamma a Miano, ma non posso rimanere lì per tanto perché c’è già un’altra famiglia. Non abbiamo fatto in tempo nemmeno a prendere il vestito e neppure il nostro cane».

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