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Camorra in Comune, l’ombra del racket

Camorra in Comune, l’ombra del racket

Melito nella morsa degli Scissionisti, gli aguzzini del clan avevano messo nel mirino anche un bar e una ditta edile

NAPOLI. Nell’indagine della Dia culminata nell’arresto del sindaco di Melito Luciano Mottola c’è un capitolo dedicato alla squadretta del clan Amato-Pagano dedita alle estorsioni. A capo c’era (ferma restando la presunzione d’innocenza fino all’eventuale condanna definitiva) Luigi Tutino, affiancato da Luciano De Luca e Francesco Della Gaggia. Le accuse si riferiscono a due vicende: il pizzo chiesto al titolare di un bar di Melito solitamente frequentato da Vincenzo Nappi “’o pittore” (referente in zona per conto del clan Amato-Pagano poi deceduto in un agguato) e all’amministratore di una ditta edile. In entrambi i casi gli uomini della Direzione investigativa antimafia, coordinati dai pubblici ministeri della Dda, hanno sottoposto a intercettazioni ambientali e telefoniche sia le vittime che i sospetti estorsori, arrivando ad acquisire gli indizi culminati nell’ordinanza di custodia cautelare eseguita l’altro ieri mattina. Ma non solo: nelle indagini sul giro di tangenti nella cittadina a nord di Napoli sono stati compiuti anche accertamenti vecchio stampo, con l’osservazione diretta. Cosicché nei pressi di un cantiere sorto per lavori di ristrutturazione è stato visto più volte Luigi Tutino a bordo di un’auto Renault, da solo o in compagnia di Nappi. Le presunte responsabilità in relazione alle estorsioni sono emerse durante l’inchiesta per i brogli che si sarebbero verificati in occasione della campagna elettorali per le comunali a Melito, nel 2021. I risultati sono stati eclatanti: il primo cittadino in carica arrestato, così come il presidente del consiglio comunale Rocco Marrone, due consiglieri comunali, un imprenditore padre di un’ex deputata (Emilio Rostan) e alcuni affiliati al clan Amato-Pagano, egemone nella cittadina. Dall’inchiesta è emerso uno scellerato patto politico-mafioso sotto forma di scambio elettorale: le indagini infatti, hanno fatto emergere gravi indizi sull’esistenza di un accordo già per il primo turno di votazioni, il 3 e 4 ottobre 2021, tra esponenti degli ex Scissionisti e alcuni rap-presentanti della coalizione a sostegno del candidato sindaco Nunzio Marrone (non indagato).

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