Cerca

Ostriche e Fusaro, un progetto che fa sognare il territorio

Ostriche e Fusaro, un progetto che fa sognare il territorio

A Bacoli, Sindaci, imprenditori e studiosi hanno tenuto a battesimo l’associazione Aiost che formerà la figura dell'esperto "ostricaro"

BACOLI. C’è stato un tempo in cui intorno al lago del Fusaro si faceva festa banchettando a base di ostriche. C’era musica e si andava in barca, ci si godeva il parco, passeggiando intorno alla riva. Le ostriche erano coltivate nelle acque salmastre e vulcaniche sulle quali si specchia la Casina Vanvitelliana. Ostriche talmente pregiate da avere richiamato l’attenzione dei francesi, esperti di ostricoltura. Ora Bacoli aspira a riprendersi questo primato. Un progetto possibile grazie alla passione dei promotori della prima associazione ostricari in Italia: l’Aiost, nata a Bacoli con un protocollo d’intesa che ha due obiettivi: «formare la figura dell’ostricaro nella ristorazione e analizzare le acque del lago Fusaro per stabilire la qualità del sito salmastro in cui allevare i molluschi». Se n’è parlato con entusiasmo nella Sala dell’Ostrichina Lago Fusaro, a Bacoli, in un incontro pubblico che la giornalista Brunella Cimadomo ha brillantemente moderato contribuendo a ufficializzare la presenza dell’Aiost sul territorio. Un’occasione per fare incontrare sul progetto i sindaci di Bacoli, Josi Della Ragione, e di Pozzuoli, Luigi Manzoni, con i promotori dell’associazione, l’imprenditore Daniele Testa e Alessio Cutino, Ceo di attività ristorative, e con Antonio Limone, Direttore Generale Istituto Zooprofilattico sperimentale del Mezzogiorno, e Antonio D’Amore, vicepresidente Fiaso, Federazione Italiana Aziende Sanitarie. Molte altre presenze prestigiose hanno tenuto a battesimo l’Aiost che si prefigge l’obiettivo di creare il “professionista” del settore, mediante corsi che insegneranno a riconoscere le ostriche, la loro diversa provenienza, in base al profumo, al sapore, all’indice di carnosità, a sapere adottare la giusta conservazione, per servirle alla corretta temperatura, abbinandovi i vini adeguati. «L’Istituto zooprofilattico - ha spiegato Limone - analizzerà le acque del Fusaro. Questo lago non è banale, perché potrebbe dare un prodotto di qualità e mi auguro che di qui a poco la colivazione non sia solo di cozze, ma anche di ostriche com’è stato in passato». Il manager D’Amora ha promesso che l’Aiost sarà indicata a tutte le aziende sanitarie che lui rappresenta come occasione e luogo di formazione nel settore in cui opererà.

Commenta scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Il Roma

Caratteri rimanenti: 400

Logo Federazione Italiana Liberi Editori