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«A Napoli 8mila case trasformate in B&B»

«A Napoli 8mila case trasformate in B&B»

Fitti alle stelle, gli universitari fuori sede non trovano stanze e al centro storico i turisti hanno la precedenza

NAPOLI. In casa Confesercenti si deve essere stappato dello champagne di quello buono in questi giorni: in Campania per le festività di Pasqua sono arrivati 250mila turisti arrivi, di questi 180mila solo su Napoli. Numeri importantissimi che non solo battono il record dell’anno scorso ma addirittura riportano Napoli ai numeri pre-pandemici: una grossa soddisfazione per albergatori, ristoratori, strutture ricettive che a conti fatti si preparano alla Pasqua con un ricavato potenziale di oltre 80 milioni di euro. Ma è tutt’oro quel che luccica? Lo abbiamo chiesto ad Anna Fava, attivista ed autrice del libro “Privati di Napoli – La città contesa tra beni comuni e privatizzazioni”.

I numeri del turismo a Napoli sono alle stelle, lei che ne pensa? «Il punto è che se noi immaginiamo la crescita del turismo come quella dell’economia vediamo che anche i limiti ambientali sono evidenti. Pensiamo alle emissioni delle navi da crociera, ormeggiate per settimane al porto. Dal punto di vista dell’ecosistema sociale abbiamo circa 5mila immobili che sono case vacanze. Sui siti come Air b&b ci sono più di 8mila annunci di vere e proprie case che un tempo facevano parte del mercato residenziale e che ora fanno parte del mercato turistico. Tra pandemia ed emergenza abitativa la situazione è complessa. Il Comune ha pubblicato un documento dove si impegna ad aderire al protocollo di Alta Tensione Abitativa: vengono sostanzialmente posti dei limiti soglia per le case vacanze ma che al nostro contesto poco si adattano perché Napoli è ancora abitatissima. Occorrono regole chiare e strutturate».

Confesercenti parla di un business di oltre 80 milioni di euro solo per questi giorni di festa, questi soldi dove vanno a finire? «I soldi prodotti da questo flusso turistico non vanno a Napoli e ai napoletani. La nostra è sempre stata una città dove i capitali opachi hanno fatto da padroni: come mai non ci si chiede come funziona questa economia? Molte attività saranno senz’altro state aperte da cittadini che agiscono giustamente per il proprio tornaconto in assenza di regole: le regole dovrebbero appunto tutelare diritto all’abitare e attività di vicinato. Non possiamo permettere che vinca la legge del più forte». Tutti i capitali che oggi si muovono in città sono capitali puliti? «Questo strano ottimismo che pervade anche le istituzioni mi lascia francamente perplessa. È ovvio che senza uno schema vige la legge della giunga».

Che ne è degli abitanti, della trasformazione dei centri storici cittadini? «Chi oggi è in affitto se la vede male perché i loro soldi non soddisfano gli appetiti dei proprietari che guadagnano molto di più coi turisti. O si ha una visione d’insieme tutelando il diritto strategico all’abitare oppure non è. Gli studenti e le studentesse non trovano più casa perché ci sono solo turisti. Anche la permanenza delle navi da crociera negli immediati pressi dei poli universitari ci racconta quali sono le priorità di chi oggi amministra e gestisce la città perché si mette in secondo piano la possibilità di uno studente di trovare una casa – ormai trasformata in un b&b – mentre viene lasciato che si respirino miasmi in continuazione. Il punto è che ci sono dei patti che le amministrazioni fanno con le agenzie ricettive; dovrebbero prendersi cura dei cittadini. Occorre un limite sui giorni per gli annunci a tutela della città. In assenza di una tassazione adeguata diventa tutto più rischioso: così come il comune tutela realtà come Air b&b dovrebbe tutelare anche chi a Napoli ci vive».

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