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23 Aprile 2023 - 10:06
L’arresto dei due giovani segue quello di “Peppe ’o pazzo” avvenuto il 25 febbraio scorso. Auletta non fece nulla per evitare che il titolare del “Plaza” fosse colpito
NAPOLI. Mario Gargiulo detto “Alfredo” aveva la pistola che consegnò a Giuseppe Pazzi per sparare a Luigi Masiello nella notte del 19 febbraio scorso in piazzetta Montecalvario. Ma sia la vittima che un testimone oculare li hanno riconosciuti in fotografia insieme con il terzo componente del gruppetto di giovani che a detta della titolare, moglie del 42enne ferito, stava infastidendo i clienti del bar “Plaza”. Così all’alba di ieri è scattato l’arresto per tentato omicidio in concorso nei confronti di due indagati: Gargiulo, 21enne, e Luca Auletta di 25 anni, entrambi dei Quartieri Spagnoli. Il primo è incensurato e tutti devono essere ritenuti innocenti fino all’eventuale condanna definitiva.
Sono stati i carabinieri della compagnia Napoli Centro a eseguire l’ordinanza di custodia cautelare a carico dei due amici, emessa dal gip del Tribunale di Napoli su richiesta della Procura partenopea, che hanno così seguito in carcere Giuseppe Pazzi detto “Peppe ’o pazzo”, autore materiale degli spari che ferirono Luigi Masiello alla spalla sinistra. È stata una ricostruzione certosina quella dei militari dell’Arma, partita dall’esame delle immagini della telecamera piazzata nei pressi del bar “Plaza”. Sono così spuntati nomi di Luca e “Alfredo”, identificati poi compiutamente: Auletta quella sera indossava un giubbotto scuro sopra un paio di pantaloni grigi; Gargiulo, un giaccone arancione con una scritta bianca e un cappellino dello stesso colore. Più semplice si è rivelata l’identificazione di Giuseppe Pazzi che l’uomo ferito conosceva con il soprannome di “Peppe o’ pazzo”.
Sottoposto a fermo del pm lo scorso 25 febbraio, Pazzi ha fornito parziali ammissione ricostruendo diversamente la vicenda senza però sostanzialmente essere creduto: «Masiello ce l’aveva con me per motivi di gelosia e mi ha inseguito con un coltello in strada. Così mi sono dovuto difendere». Ma il testimone principale, un uomo di origini brasiliane addetto alla sicurezza del locale, ha dichiarato di non aver visto nessuna arma bianca in mano al suo datore di lavoro. «Ho visto Luigi Masiello che stava litigando al centro della piazza con un giovane con la barba bionda. Mi sono avvicinato e ho notato che i due erano caduti a terra e si stavano colpendo. Li ho separati ma il ragazzo, appena si è rialzato aveva già in mano una pistola e ha esploso due colpi. Io mi trovavo molto vicino, a circa un metro, e ho rischiato di essere colpito anch’io». Secondo la ricostruzione di inquirenti e investigatori i tre giovani sono responsabili in concorso del tentato omicidio.
Pazzi perché avrebbe sparato, Gargiulo perché avrebbe avuto con sé la pistola che ha consegnato a “Peppe o’ pazzo”, Auletta in quanto avrebbe assistito al litigio non facendo nulla per separare i contendenti e fuggendo dopo l’esplosione dei due proiettili contro Masiello. Quindi entrambi sarebbero stati pienamente al corrente delle intenzioni dell’esecutore materiale del reato, fornendogli supporto anche morale e adoperandosi successivamente per nascondere l’arma da fuoco.
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