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«Su Bagnoli dopo 40 anni giriamo ancora le carte»

«Su Bagnoli dopo 40 anni giriamo ancora le carte»

"Napoli negli anni '50 e '60 era la terza realtà industriale della nazione, contendeva a Milano, a Torino e a Genova, le città del famoso triangolo industriale, primati importanti. Avevamo 300mila occupati nell'industria. Questo anche per scelte scellerate non esiste più: al posto dell'Italsider non è stato fatto nulla, in altre parti del mondo in 40 anni hanno fatto grandi cose, qua stiamo ancora a discutere e a girare le carte".

Lo dice il Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, nel corso del suo intervento a Napoli al convegno "Il Piano di gestione del Centro Storico-Patrimonio Unesco: le proposte della città" organizzato alla Basilica della Pietrasanta. "A Napoli - prosegue Sangiuliano - non abbiamo più l'Olivetti che era un'eccellenza tecnologica, la Cirio, decine di realtà industriali nel nostro territorio. Dobbiamo dare una prospettiva, uno sviluppo. Dico sempre che l'Italia ha due grandi pilastri, due potenzialità: una è l'impresa, l'altra è la cultura. Noi siamo un unicum nel mondo. I cinesi ci possono copiare qualsiasi cosa, ma non potranno mai copiare il Colosseo, il Mann, Pompei, il centro storico di Napoli della cui importanza sono più che consapevole. E' forse il più grande centro storico d'Europa, è un concentrato, uno scrigno di tesori. Ogni cosa che è in questo centro storico ha di per sé un grande ed enorme valore".

"Abbiamo - conclude Sangiuliano - una grande direttrice di sviluppo socio-economico che è la cultura, dobbiamo con intelligenza combinare i due elementi dell'articolo 9: da una parte la tutela, dall'altra lo sviluppo, anche perché la cultura non deve diventare una cosa inerte o museale ma dev'essere una cosa aperta".

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