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Ponticelli, le epurazioni riaccendono la faida

Ponticelli, le epurazioni riaccendono la faida

“Ciculill” da mesi viveva rintanato al Conocal, ma una talpa lo ha segnalato ai quattro sicari

NAPOLI. Gli ultimi tre omicidi a Ponticelli avrebbero lo stesso retroscena secondo inquirenti e investigatori: il rifiuto delle vittime a sottostare alla legge del più forte, che attualmente nel quartiere è il clan De Micco. In sostanza le vittime si sarebbero rifiutate di pagare il “pizzo” sulle attività illecite commesse, pagandone le conseguenze. Ovviamente ancora non sono state escluse altre ipotesi, considerando che la camorra nel quartiere orientale di Napoli è storicamente fluida con alleanze imprevedibili, a volte tra nemici in nome degli affari. Di sicuro al momento i “Bodo”, forti dell’appoggio dei potenti Mazzarella, avrebbero esteso la loro influenza fino alle soglie del lotto 0 e finanche a Cercola. Vincenzo Costanzo detto “Ciculill” aveva ereditato dal padre (scarcerato l’anno scorso dopo una lunga detenzione) un ruolo di primo piano nel clan già dopo la morte della zia Nunziata detta “Nunzia”. Ma è soprattutto negli ultimi mesi, con accordi tra personaggi del “Conocall” e giovani leve dei De Micco, che il gioco si è fatto pericoloso. Tant’è vero che gli investigatori non escludono un’ipotesi inquietante: qualcuno che lo conosceva e lo aveva visto uscire dal parco “Conocal”, potrebbe aver fatto la “filata” ai sicari pronti ad agire. Bruno Solla detto “Tatabill” (nel riquadro), ucciso il 4 aprile scorso, aveva già subito un pestaggio a mò di avvertimento, ma come il fratello Salvatore “o’ sadico” non aveva voluto allinearsi ai “Bodo”. I killer arrivarono fin sotto casa sua e lui inutilmente cercò scampo a casa pensando a ferire più leggere. Quando andò al vicino Ospedale del Mare era troppo tardi. Più complicato decifrare l’omicidio di Federico Vanacore, il 6 febbraio scorso, descritto come un pregiudicato dalla personalità forte e desideroso di autonomia. Anche lui era stato mesi prima avvertito con una “gambizzazione”, altra circostanza che fa pensare a una stessa mano

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