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Delitto Costanzo, “filata” da piazza Volturno

Delitto Costanzo, “filata” da piazza Volturno

Qualcuno in piazza Volturno, residente o frequentatore della zona, avrebbe riconosciuto Vincenzo Costanzo nel gruppetto di giovani fermi vicino a una fioriera e avrebbe avvisato l’uomo incaricato di organizzare l’agguato. Così la batteria di killer, già in stato d’allarme per far scattare la trappola durante i festeggiamenti per lo scudetto, si è messa in moto con una dinamica da film: le bandiere e i fuochi per avvicinarsi al bersaglio senza destare sospetti, poi la sparatoria che ha ferito pure la fidanzata del 26enne nipote dei D’Amico e due amici. Proprio la ricostruzione delle fasi dell’omicidio spinge gli investigatori a ipotizzare che qualcuno abbia fornito da piazza Volturno la soffiata giusta. Ciò spiegherebbe la ”stesa” compiuta come vendetta 24 ore dopo nello stesso luogo da due cugini di Vincenzo Costanzo: Gaetano Maranzino, 23enne calciatore dilettante con un passato nella Primavera dell’Inter e della Spal, e Matteo Nocerino, 19enne genero del ras detenuto Antonio D’Amico “Fraulella”. I due giovani sono anche cugini tra loro e (come abbiamo riportato sul giornale di ieri) sono stati arrestati dalla polizia al termine di un inseguimento terminato in via Argine. Ma la presenza di un “filatore” in piazza Volturno, zona in cui c’è la presenza di qualche malavitoso del clan Mazzarella alleato dei De Micco, per gli investigatori più esperta aprirebbe a uno scenario più largo della faida di Ponticelli: un possibile aiuto ai “Bodo” per eliminare un emergente che non aveva voluto allinearsi al gruppo più forte, ovvero gli stessi “Bodo”. Il parco Conocal infatti è un territorio controllato dai D’Amico, così come il lotto 0 di via Bartolo Longo resta sotto l’influenza dei De Luca Bossa-Minichini. Per la restante parte del quartiere orientale di Napoli i De Micco sono considerati i ras indiscussi. Oggi intanto, dovrebbe svolgersi l’autopsia sul cadavere di Vincenzo Costanzo. I familiari sono stati avvisati della possibilità di nominare un proprio consulente, ma difficilmente dall’esame si ricaveranno indizi utili alle indagini. Il 26enne è stato centrato da quattro colpi di pistola calibro 9x21, di cui tre al torace e uno all’addome. Mancava un quarto d’ora all’una di venerdì e poco dopo le 2 il giovane è morto al Cardarelli. Sono invece già tornati a casa i tre feriti, che erano vicini a lui al momento della sparatoria: la fidanzata 22enne di Portici, Ciro Paolillo e Ciro Donzelli, entrambi di Ponticelli, tutti centrati alle gambe dalle pallottole vaganti. Ha sparato una sola arma da fuoco. Le indagini, coordinate dalla procura antimafia, sono condotte dai carabinieri del nucleo investigativo di Napoli e della compagnia Poggioreale. Investigatori esperti che ben conoscono il territorio, in cui la faida tra i De Micco-De Martino e i De Luca Bossa è terminata (almeno per ora) e in cui il clan dei “Bodo” starebbe eliminando tutti coloro che si oppongono alla loro espansione criminale.

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