Cerca

Il latitante Salvatore Sibilio preso dalla polizia ferroviaria

Il latitante Salvatore Sibilio preso dalla polizia ferroviaria

Chissà cosa ci faceva Salvatore Sibilio, 37enne napoletano di Secondigliano vicino ai Cesarano, l’altro ieri pomeriggio nella stazione centrale. Forse doveva prendere un treno a lungo percorrenza per continuare la latitanza, anche se in tasca non aveva nessun biglietto, oppure aspettava qualcuno che avrebbe dovuto aiutarlo. Fatto sta che l’altro ieri pomeriggio il suo comportamento è apparso sospetto e gli investigatori della Polfer gli hanno intimato l’alt per controllarlo. Inutilmente lui ha tentato la fuga su un binario, tra l’altro inciampando e ferendosi leggermente: alla fine è finito in manette. Deve scontare un residuo di pena di 3 anni di reclusione per associazione mafiosa ed estorsione. Salvatore Sibilio è un personaggio noto alle forze dell’ordine per la sua vicinanza ai Cesarano, gruppo satellite dei Licciardi con base nel Rione Kennedy. A gennaio scorso gli è piovuto sulla testa un provvedimento di determinazione di pene concorrenti emesso dalla procura generale presso la corte d’appello di Napoli, ma a casa né in giro non è mai stato trovato. L’altro ieri i poliziotti della squadra giudiziaria della Polfer (dirigente Olimpia Abbate, sostituto commissario Walter Lo Bascio) lo hanno bloccato dopo un inseguimento lungo un binario in prossimità del “varco Ciro”, destinato al deflusso dei viaggiatori dei treni a lunga percorrenza. Il 37enne, quando ha capito che stava finendo in trappola, si è giocato l’ultima carta: ha finto di seguirli in ufficio, come da invito che gli era stato formulato, e con una partenza degna di un atleta è scappato a gambe levate. Ma il tentativo non è riuscito perché anche gli inseguitori si sono mostrati in buona forma fisica e così il “sospetto”, poi identificato compiutamente con tanto di individuazione del carico giudiziario pendente, ora si trova nel carcere di Secondigliano sulla base dell’ordine di carcerazione derivante da una sentenza definitiva. Ad aprile 2021 Salvatore Sibilio fu arrestato insieme con Andrea Cesarano (figlio del ras Giovanni detto “Giannino ’o biondo”), 29enne del gruppo omonimo e a un altro giovane. L’accusa era di avere costretto un artigiano a versare 5mila euro per continuare a rimanere nella casa popolare che il Comune di Napoli gli aveva assegnato. All’epoca tutti e tre si trovavano già in carcere in quanto già condannati, in primo grado, nel 2020, sempre per estorsione. Secondo gli investigatori della polizia di Stato (Squadra mobile e commissariato Secondigliano) si sarebbero resi protagonisti di alcune estorsioni che avevano visto nella veste di vittime commercianti e artigiani del quartiere Secondigliano (il gruppo Cesarano gestisce storicamente gli affari illeciti nel Rione Kennedy). Secondo l’accusa, oltre ai 5mila euro «una tantum», il legittimo assegnatario della casa popolare doveva anche consegnare somme variabili di denaro per Natale, Pasqua e Ferragosto per continuare a guadagnarsi da vivere come artigiano. Era partita però l’indagine. Culminata nell’ordinanza di custodia cautelare.

Commenta scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Il Roma

Caratteri rimanenti: 400

Logo Federazione Italiana Liberi Editori