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13 Maggio 2023 - 08:40
«Vittorio diventerà un grande poliziotto». Così l’allora capo della Squadra mobile della questura di Napoli, Giuseppe Palumbo, si espresse a proposito del neo capo della polizia Vittorio Pisani. Parlava in privato dopo una riunione operativa con alcuni investigatori suoi collaboratori, che per 28 anni hanno mantenuto il segreto sulla frase pronunciata da un altro mito della polizia partenopea, diventato questore e poi deceduto. La profezia su “Vittorio” si è avverata, indipendentemente dalla nomina dell’altro giorno, maturata in considerazione dei grandi risultati raggiunti in carriera dal giovane prefetto. Il suo curriculum da record ha sbaragliato la concorrenza. Giovanissimo per un incarico tra i più prestigiosi previsti dall’ordinamento italiano, il 55enne originario calabrese ma vomerese d’adozione, ha trascorso la giornata di ieri a lavorare come al solito, cercando di ringraziare tutti coloro che gli hanno inviato auguri e felicitazioni. Dagli uffici e dai corridoi della Mobile, dove molti ancora in servizio hanno lavorato con lui, sono partiti whatsapp a raffica. Tra i ricordi ne sono emersi in particolare due: la frase di “Pepe Palumbo” e la clamorosa manifestazione di solidarietà a Vittorio Pisani in occasione dell’inchiesta che lo costrinse a lasciare Napoli e a doversi trasferire a Roma (poi fu assolto in primo e secondo grado). Quel giorno tutti i poliziotti della struttura investigativa di via Medina lo accompagnarono gridando il suo nome all’uscita del palazzo: un corteo che partì dal terzo piano e arrivò all’ingresso principale del “palazzone”. Si videro uomini duri e abituati a tutto con le lacrime agli occhi: nessuno credeva alla colpevolezza del “capo”. Nemmeno il nostro giornale, che fin dal primo giorno mise in evidenza l’inconsistenza delle accuse.
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