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Le nebbie sull’omicidio Costanzo: fari su giovani vicini ai De Micco

Le nebbie sull’omicidio Costanzo: fari su giovani vicini ai De Micco

Le indagini sull’omicidio di Vincenzo Costanzo starebbero scoperchiando un vaso di Pandora. A distanza di più di una settimana dal clamoroso agguato in piazza Volturno durante la notte dei festeggiamenti per lo scudetto del Napoli, aumentano i dubbi e diminuiscono le certezze degli investigatori. Al punto che tra questi ultimi circola una pista alternativa all’attacco del clan De Micco, anche se resterebbe l’ipotesi della loro longa manus: il 26enne nipote dei D’Amico potrebbe essere stato vittima di un’epurazione ordita da un gruppetto di giovani cresciuto criminalmente sotto l’egida dei “Bodo” ed entrato in contrasto da mesi con lui, contrario invece a ogni accordo. Cosicché, secondo fonti confidenziali, il delitto non avrebbe colto completamente di sorpresa gli ambienti malavitosi della zona, a differenza dell’arresto dei cugini Matteo Nocerino e Gaetano Maranzino, autori di una “stesa” 24 ore dopo dai contorni ancora misteriosi. Già così la vicenda appare complicata da decifrare. Ma vanno aggiunte altre circostanze: un testimone ha raccontato che l’agguato è stato compiuto dopo una fiaccolata in onore del Napoli che ha portato l’esecutore materiale fin davanti a Vincenzo Costanzo, seduto su una fioriera di piazza Volturno affianco al motorino e con la fidanzata, rimasta ferita di striscio, vicino. Colto di sorpresa, il 26enne non ha avuto nemmeno il tempo di pensare a come cercare di salvarsi. Ma la dinamica non combacerebbe con quanto avrebbero riferito altre persone, fermo restando che in ogni caso il dubbio principale non è stato ancora sciolto: un “filatore” ha avvisato gli assassini, bravi a organizzarsi rapidamente e soprattutto molto fortunati a trovare la vittima ancora in quel luogo, oppure i sicari facevano parte di quel gruppo di “ponticellari” che si era ritrovato fuori quartiere per festeggiare lo scudetto? O chi ha fatto la soffiata era partito anch’egli da Ponticelli? Dalle immagini della videosorveglianza si notano almeno una decina di scooter in movimento verso piazza Carlo III, a distanza di pochi minuti l’uno dall’altro. Non è tutto. Cercando di seguire il ragionamento degli investitori anticamorra che meglio conoscono il territorio, emergono altre domande per ora senza risposte certe. Matteo Nocerino e Gaetano Maranzino, cugini di Vincenzo Costanzo e di un altro ras emergente imparentato con loro, Antonio Nocerino detto “Brodino”, a chi volevano lanciare un messaggio quando sono andati a sparare in piazza Volturno 24 ore dopo l’omicidio? Al “filatore”, che secondo questa tesi abiterebbe là, o al killer, anch’egli dell’Arenaccia? Oppure c’è altro? Lo chiarirà il prosieguo delle indagini, condotte dai carabinieri del nucleo investigativo di Napoli e dai colleghi della compagnia Poggioreale con il coordinamento della Dda. Di certo al momento c’è che tra amicizie di gioventù, parentele acquisite e accordi in nome degli affari illeciti la linea di demarcazione tra le famiglie di camorra di Ponticelli non è più così netta come prima.

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