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15 Maggio 2023 - 09:37
Fiumi di droga dal Sud America, giudizio immediato per 24 narcotrafficanti
NAPOLI. Per la holding di narcotrafficanti capeggiata dal re della cocaina, oggi collaboratore di giustizia, Raffaele Imperiale si avvicina il momento della verità. Dopo la maxi-retata di novembre scorso e la successiva conclusione delle indagini preliminari, la Direzione distrettuale antimafia di Napoli ha chiesto e ottenuto la fissazione del giudizio immediato per i ventiquattro presunti capi e partecipi dell’organizzazione. Tra i destinatari del decreto firmato dal giudice per le indagini preliminare Linda D’Ancona spiccano, oltre all’ex broker Imperiale, anche altri nomi di punta della mala napoletana, tra cui il suo storico braccio destro e anch’egli oggi pentito, Bruno Carbone, il rampollo Raffaele Mauriello e l’emergente boss del clan Amato-Pagano, Marco Liguori.
Questo, nel dettaglio, l’elenco dei neo imputati che rischiano adesso di finire a processo: Mario Allegretti, Luca Alvino, Massimo Ballone, Luca Cammarota, Carmine Amedeo Cappelletti, Bruno Carbone, Gianmarco Cerrone, Antonio Cerullo, Antonio De Dominicis, Giovanni Fontana, Ciro Gallo, Corrado Genovese, Giovanni Gentile, Giuseppe Gentile, Raffaele Imperiale, Marco Liguori, Girolamo Lucà, Giuseppe Mammoliti, Raffaele Mauriello, Fortunato Murolo, Marco Panetta, Antonio Puzella, Mario Simeoli e Daniele Ursini.
L’appuntamento in aula, dinanzi alla Settima sezione penale Collegio C, è fissata per il prossimo 29 giugno. Elevate le probabilità che entro quella data gran parte degli imputati presenti richiesta di accesso al rito abbreviato, puntando così, in caso di eventuale condanna, a un sostanzioso sconto di pena. Toccherà ad ogni modo al collegio difensivo (composto tra gli altri dagli avvocati Rocco Maria Spina, Giacomo Pace, Luigi Senese e Giuseppe De Gregorio) intavolare la strategia da portare avanti al fine di ridurre al minimo i “danni”.
Il blitz era scattato lo scorso anno, quando Imperiale non era ancora diventato un collaboratore di giustizia. Un colpo durissimo a un’organizzazione di trafficanti transnazionale, internazionale e trasversale. Lo hanno inferto, al culmine di indagini lunghe e complesse, la polizia e la guardia di finanza con l’esecuzione di 28 misure cautelari. A capo del super gruppo c’era, manco a dirlo, il broker più famoso del mondo: Raffaele Imperiale, “Lelluccio ferrarelle” oppure “’o parente” per gli amici più stretti, protagonista di una leggendaria latitanza d’oro a Dubai. Con lui ha ricevuto il provvedimento restrittivo in carcere, dove si trovava da appena 48 ore per una condanna a 20 anni, il braccio destro Bruno Carbone.
Ma nell’operazione sono stati coinvolti anche altri pezzi da novanta: Marco Liguori, reggente degli Amato-Pagano fino all’arresto di due anni fa, e Raffaele Mauriello, anch’egli estradato dagli Emirati Arabi. Imperiale aveva ottenuto che lo stupefacente proveniente dal Sud America, nascosto in container raggiungesse via mare i principali scali marittimi commerciali europei grazie a una fittissima rete alleanze intrecciate a partire dal gennaio del 2017.
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