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20 Maggio 2023 - 09:00
Condanna definitiva per l’omicidio Previtera, dovrà scontare 9 anni di reclusione
NAPOLI. La giustizia, lenta ma inesorabile, ha fatto il proprio corso e gli ha presentato il conto. A ventiquattro anni di distanza dall’omicidio di cui si è reso responsabile, Emiliano Zapata Misso, ex killer e boss del rione Sanità, è stato arrestato per la condanna definitiva ricevuta per l’assassinio di Tommaso Previtera. Il 43enne, che nel 2017 ha tra l’altro concluso il suo percorso di collaboratore di giustizia, è stato arrestato dalla polizia nel comune di Frosinone, località nella quale risiedeva già da qualche tempo.
Consapevole che le pena sarebbe prima o poi diventata definitiva, Zapata Misso non ha opposto resistenza all’arrivo degli agenti e si è lasciato ammanettare senza innescare ulteriori tensioni. La cattura è scattata ieri mattina e ha visto entrare in azione gli agenti della Squadra mobile di Napoli (dirigente Alfredo Fabbrocini, vice questore Marika Viscovo) e quelli della Squadra mobile di Frosinone, i quali hanno arrestato Zapata Misso nella sua abitazione a Frosinone.
I poliziotti hanno così dato esecuzione al provvedimento per la carcerazione, emesso venerdì scorso dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Napoli-Ufficio Esecuzioni Penali, poiché condannato alla pena di 9 anni di reclusione e all’interdizione dai pubblici uffici per l’omicidio aggravato in concorso, commesso a Napoli nel 1999: l’assassinio di Tommaso Previtera. Quello di Emiliano Zapata Misso, figlio del defunto Umberto e nipote del boss Giuseppe Misso “’o nasone”, è diventato negli anni uno dei volti più noti della mala del centro storico. Nel 2017, rivolgendosi al nostro giornale, aveva dichiarato: «Lo Stato mi ha scaricato, tre mesi fa sono stato costretto a tornare a Napoli e adesso la mia vita è appesa a un filo».
Esaurito lo status da collaboratore di giustizia, l’allora 36enne e la sua famiglia si sarebbero dunque ritrovati accerchiati: «Appena pochi giorni fa spiegava mia moglie è stata avvicinata, minacciata e malmenata in via Foria. Chi l’ha aggredita, prima di andare via, ha usato parole inequivocabili: “Tu e tuo marito non fatevi più vedere o vi uccidiamo”. Naturalmente abbiamo subito presentato una denuncia ai carabinieri, ma a questo punto chi di dovere si assuma la responsabilità di dirci che qui in città non corriamo nessun tipo di pericolo. Ce lo dicano mettendolo per iscritto nero su bianco».
Pochi mesi dopo Emiliano Zapata Misso è stato però arrestato dalla polizia per armi. Gli agenti avevano effettuato una perquisizione all’interno della sua abitazione, scoprendo in bagno quattro bottiglie di vetro da 0,66 litri contenenti liquido altamente infiammabile, la cui estremità era avvolta da un pezzo di stoffa: si trattava quattro ordigni incendiari comunemente chiamati bombe Molotov. Con i quattro ordigni c’era anche una bottiglia di plastica contenente due litri di liquido infiammabile. In una borsa della moglie gli agenti hanno inoltre rinvenuto la replica in metallo di una pistola, priva del tappo rosso e con un colpo a salve in canna. Adesso la nuova tegola giudiziaria.
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