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21 Maggio 2023 - 09:05
Nei verbali del boss Cimmino la ricostruzione dei rapporti con i clan Licciardi e Lo Russo. Il collaboratore di giustizia parla degli appalti ospedalieri al Policlinico della zona collinare
NAPOLI. Passerà alla storia come il primo clan ad attuarla, sia pur adattata alla realtà camorristica. Sono stati i Cimmino, gruppo disciolto quantomeno con questo cognome dopo il pentimento del boss Luigi, a operare una sorta di cessione del credito nel campo degli affari illeciti. Il patto prevedeva che i Licciardi subentrassero ai Lo Russo nella quota del “pizzo” sugli appalti e i subappalti nel Policlinico, “prestata” dai vomeresi ai “Capitoni”. In sostanza, come nel diritto civile è lecito cedere un proprio diritto economico vantato nei confronti di un debitore, i capiclan si erano messi d’accordo affinché le vittime del racket per un periodo pagassero agli uni e non agli altri.
Un business a cifre importanti, su cui lucrato nel corso degli anni soltanto le organizzazioni dell’area collinare di Napoli nord. Lo ha raccontato Luigi Cimmino in persona nell’interrogatorio dell’8 agosto 2022, poco dopo essersi pentito. Ecco alcuni passaggi del verbale, con la consueta premessa che le persone citate devono essere ritenute estranee ai fatti narrati fino a prova contraria. «Quando sono stato scarcerato, Peppe Simioli di Marano mi disse che Paolo Abbatiello della Masseria Cardone, che non conoscevo, voleva incontrarmi. Io accettai. Ci incontrammo a Cappella Cangiani in una masseria ed erano presenti anche Renato Esposito e lo “Sparviero”».
«“Paoluccio” ha continuato Cimmino pretese una quota dei proventi dell’attività illecita al Policlinico poiché loro, i Licciardi, erano in difficoltà con il pagamento dello stipendio ai detenuti. Io gli disi che avevo “prestato” la gestione e il controllo di dette attività ai Lo Russo, che pure asserivano di essere in difficoltà economiche per il pagamento delle “mesate” ai carcerati, e che quindi avrebbero potuto fare al 50 per cento con i “Capitoni”. Vi fu un primo incontro, poi informai su Simioli su Abbatiello ed Esposito, che pure non conoscevo, e lui mi confermò che effettivamente appartenevano alla Masseria». In un secondo summit si entrò maggiormente nel dettaglio del patto mentre in un terzo incontro lo si perfezionò.
Ecco come l’ex ras oggi collaboratore di giustizia come ha ricordato quegli avvenimenti. «Ci vedemmo con Peppe Simioli, Paolo Abbatiello, Renato Esposito “’o Sparviero” e “Cepp ’e fung” e loro, oltre a ribadire che volevano il 50 per cento degli introiti del Policlinico e che erano mandati da Maria Licciardi alla quale avrebbero versato la quota, mi dissero anche che si erano informati accertando che corrispondeva al vero che io avessi prestato e non ceduto ai mianesi la nostra quota del Policlinico. Io risposi che le cose sarebbero cambiate e per chiarire bene i termini dell’accordo, disi che avremmo dovuto fare una riunione pure con i Lo Russo. Ricordo che Paolo Abbatiello e Renato Esposito verificarono che quello che gli avevo detto era vero e successivamente Peppe Simioli organizzò un altro appuntamento con insieme quelli della Masseria Cardone e quelli di Miano»
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