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23 Maggio 2023 - 08:28
NAPOLI. Il Maschio Angioino si rifà il trucco. E questo grazie all’inclusione nei grandi progetti finanziati dal ministero della Cultura. «Mi è stato chiesto dal sindaco di Napoli, un restauro è necessario visto che dopo gli interventi fatti qualche anno fa si è un po’ degradato».
GLI IMPEGNI PER NAPOLI. L’annuncio del ministro Gennaro Sangiuliano arriva nel corso della lectio magistralis sul tema “Cultura di massa e politica culturale” nell’Aula Pessina del Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università Federico II con il rettore Matteo Lorito e di direttore Sandro Staiano. L’esponente del Governo guidato da Giorgia Meloni ricorda anche che «siamo impegnati con il progetto dell’Albergo dei Poveri dove ci sono ben 148 milioni di risorse, una massa finanziaria enorme che consentirà finalmente di creare un grande hub culturale in cui l’Università di Napoli dovrà avere un ruolo da protagonista. Inoltre, tra poco saranno pronti anche i lavori dei Girolamini. E poi il Museo di San Martino, Castel Sant’Elmo e la Floridiana diventeranno un Polo museale autonomo, con un suo direttore, un suo staff e una sua organizzazione». Sangiuliano sottolinea anche che «ho spinto e spingo ancora sul Museo Archeologico Nazionale di Napoli su cui era stato avviato un buon lavoro dal mio predecessore. Il Mann ospita l’identità greco romana, la nostra storia,e impersona l’idea alla quale mi riferisco quando parlo della superpotenza culturale italiana. Tra qualche giorno inaugureremo il restauro del mosaico della battaglia di Isso che sintetizza lo scontro tra Alessandro e i Persiani e tra il concetto di polis, dove l’individuo è cives destinatario di diritti e doveri, e la monarchia territoriale dove suddito. Si tratta di due concezioni del mondo e della vita che si scontrano in quel momento storico, e in questo senso il mosaico è fondamentale e ci fa capire l’importanza di questi luoghi». Di qui un invito a essere «orgogliosi del grande patrimonio che il passato ci ha trasmesso. Noi siamo un unicum nello scenario globale, perché la nostra storia ci consegna una sovrapposizione di civiltà. Se guardo a Napoli penso alla zona di Santa Maria di Costantinopoli con le mura greche, a pezzi di romanità in altre zone della città che ospita poi tracce degli angioini e degli aragonesi. Il sovrapporsi di storia ci ha regalato un immenso patrimonio».
L’ELOGIO ALLA FEDERICO II. Non manca un tributo alla Federico II, definito «uno dei migliori atenei al mondo, e non lo dico con retorica o per volermi accattivare la platea, lo dico con grande consapevolezza. Da giornalista ho girato tantissime università, anche quelle sono famose e celebri nei ranking internazionali. Ma il livello di questo Ateneo credo che debba essere nell’orgoglio di questa città e di coloro i quali l’hanno frequentata, tra i quali laureato tre Presidenti della Repubblica: Enrico De Nicola, Giovanni Leone e Giorgio Napolitano al quale va il mio deferente e affettuoso saluto». E ancora: «Tra i miei predecessori ce ne sono due che mi colpiscono particolarmente, sono due giornalisti molto più bravi e capaci di me. Uno è Spadolini che ha fondato il ministero dei Beni culturali; l’altro, invece, è un giornalista più puro, Alberto Ronchey. Sono i modelli ai quali io vorrei ispirarmi».
I RISCHI DELLA CYBERDEMOCRAZIA. Nella sua lectio magistralis, Sangiuliano tocca il tema della cyber.democrazia che potrebbe essere prodotta «dalla culturale digitale che nasce dallo schermo tv e poi va a quello del pc, dove si forma un concetto dell’opinione pubblica attraverso i social». All’interrogativo di diversi intellettuali sul fatto che la rete sia realmente libera e democratica, il ministro della Cultura è chiaro: «La mia risposta è negativa, basta ricordare la brutta immagine degli studenti davanti alla Gioconda al Louvre che pensavano allo smartphone invece che al quadro. La globalizzazione ha dimostrato i suoi limiti nella costruzione di un mondo migliore e il cittadino è ridotto a mero codice a barre».
IL RAPPORTO TRA DEMOCRAZIA E GLOBALIZZAZIONE. Dall’esponente del Governo arriva un invito a una riflessione «sul rapporto tra globalizzazione e democrazia che è motivo di tensioni nella società contemporanea. Le decisioni stanno passando dagli spazi tradizionali della democrazia a livelli internazionali. E recenti tentativi di trascendere dallo stato nazionale a quello transnazionale si sono conclusi spesso nelle dittature. Sia chiaro: io sono un convinto europeista,: quindi faccio riferimento parlando di questo a una nazione europea e occidentale».
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