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28 Maggio 2023 - 09:07
NAPOLI. La tecnica delinquenziale è sempre quella, imbottire palloni da calcio di droga e telefonini cellulari e poi lanciarli all’interno delle carceri, più o meno nei dintorni dei cortili dove i detenuti, evidentemente già preallertati, svolgono le ore di aria e socialità. Ed è così che sono stati rinvenuti, nella casa di reclusione di Secondigliano, ben 12 telefoni cellulari, spiega Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria Sappe, che commenta: «Ancora una volta, grazie all’acume investigativo del comandante di reparto, gli uomini della polizia penitenziaria in servizio hanno sventato l’uso degli apparecchi e il criminoso traffico. Ci congratuliamo con i colleghi del carcere di Secondigliano che, per l’ennesima volta si distinguono per l’impeccabile servizio, svolto con grande attenzione e professionalità». Per Capece, «è assolutamente necessaria una nuova sala regia, fulcro del monitoraggio della sicurezza interna ed esterna, il ripristino del servizio delle sentinelle sul muro di cinta (undici sono le garitte presenti, ma solamente due quelle operanti h24) anche in considerazione che attiguo al carcere si trova un grande campo nomadi dal quale è probabile che siano stati lanciati i due palloni con i telefoni, nonché urgentissimi interventi per rendere funzionanti i sistemi anti-scavalcamento ed anti-intrusione. È assurdo anche che non siano ancora stati assegnati alla Direzione del carcere di Secondigliano i fondi richiesti per l’acquisto di apparecchi inibitori ai droni (capaci di arrivare fin sulle finestre delle celle) e per porvi una griglia sulle finestre conformi alle disposizioni dipartimentali che, appunto, impedisca ai droni di sorvolare ed entrare nella struttura». Per il Sappe, «il personale di polizia penitenziaria del carcere di Secondigliano è davvero stanco e, a distanza di mesi, forse anni, non riesce più a sostenere gli eccessivi carichi di lavoro che derivano, indubbiamente, anche e soprattutto dalla carenza organico del reparto». Da qui la richiesta ai vertici del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria di «disporre le risorse economiche e umane necessarie a porre una prima urgente soluzione alle criticità del carcere di Secondigliano. Si tratta di soluzioni urgenti rispetto ad una situazione davvero assai critica». Un’emergenza che non riguarda purtroppo solo l’istituto penitenziario di Secondigliano. Ieri il personale di polizia in servizio nella casa di reclusione di Aversa ha scovato, nell’intercinta del carcere, una busta al cui interno vi erano dieci telefonini. A darne notizia è sempre il sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria: «Ennesima brillante operazione messa a segno della polizia penitenziaria di Aversa. Questo ritrovamento di cellulari, che possono senz’altro minare l’ordine e la sicurezza del carcere, oltre a favorire le dinamiche criminose nel penitenziario, inquieta non poco», commenta con amarezza il segretario generale del Sappe Donato Capece.
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