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Morto l’amico di Ugo Russo dopo tre giorni di agonia

Morto l’amico di Ugo Russo dopo tre giorni di agonia

NAPOLI. I medici dell’Ospedale del Mare hanno fatto tutto il possibile per strapparlo alla morte, ma per il giovanissimo Ferdinando De Crescenzo, dopo alcuni giorni di agonia, non c’è stato purtroppo nulla da fare. Il 20enne era stato, suo malgrado, protagonista e vittima di un incidente stradale giovedì pomeriggio in via Santa Maria Ognibene, ai Quartieri Spagnoli. Il suo volto era già noto alle cronache per la sua amicizia con il babyrapinatore ucciso Ugo Russo, con il quale si trovava in quella drammatica notte a Santa Lucia. Le sue condizioni sono apparse subito molto gravi e intorno alla famiglia si erano stringendo gli abitanti dei Quartieri Spagnoli, che per diversi giorni si sono radunati presso l’Ospedale del Mare in attesa di buone notizie, che purtroppo non sono mai arrivateErano circa in 200 e la folla ha fatto scattare l’allarme, subito rientrato dopo l’intervento dei carabinieri. I presenti infatti non hanno provocato turbative all’ordine pubblico. Il giovane, che ha un solo precedente a carico, era in compagnia di Ugo Russo il primo marzo 2020 a Santa Lucia quando un carabiniere reagì a una tentata rapina sparando al 15enne. Il procedimento penale a carico del militare, indagato per omicidio, è tuttora in corso e proprio pochi giorni fa il giovane carabiniere è stato tra l’altro rinviato a giudizio. Ferdinando De Crescenzo era in sella a uno scooter quando ha perso il controllo del mezzo, cadendo pesantemente e procurandosi così lesioni e fratture interne per le quali i medici dell’ospedale dei Pellegrini lo hanno subito giudicato in pericolo di vita, trasferendolo già nella serata del 18 maggio scorso all’Ospedale del Mare. Parenti e amici arrivarono in massa alla struttura sanitaria della Pignasecca e anche in quel caso le forze dell’ordine si misero in allerta, ma era soltanto disperazione: non si sono verificati danneggiamenti né aggressioni ai camici bianchi. Ferdinando De Crescenzo aveva 17 anni il giorno della tragica tentata rapina al carabiniere, per la quale è finito per la prima e unica volta sotto inchiesta. Il padre invece è stato coinvolto in una vicenda giudiziaria culminata in un’operazione a febbraio scorso. Nel corso delle indagini sul gruppo Minieri dei Quartieri Spagnoli infatti è comparso anche Ciro De Crescenzo, che non risulta affiliato a clan ma era cercato dai ras emergenti Ciro e Nicola Minieri in relazione al ferimento del primo. A sparargli, secondo la ricostruzione dell’accusa e ferma restando la presunzione d’innocenza, sarebbe stato il genitore di Ferdinando. E così, per “pareggiare i conti”, l’uomo aveva chiesto al figlio di gambizzarlo. Una vicenda incredibile, ricostruita dalla polizia grazie a una microspia. Nicola Minieri parlando con un amico ha raccontato di un ferimento da brividi: «Lui ha sparat a fratm e lui si è fatto sparare... pensano che tengono io il problema... hanno fatto tutto loro... il figlio ha sparato il padre». Una pagina di violenza, l’ennesima, dei Quartieri Spagnoli.

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